Rai, Anac: su nomine manager carenze e irregolarità

Giovedì 15 Settembre 2016
Rai, Anac: su nomine manager carenze e irregolarità
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Mancato utilizzo del job posting, cioè l'annuncio della posizione vacante per effettuare una ricognizione interna nelle procedure di selezione dei dirigenti. Conflitto di interessi per una delle posizioni selezionate rispetto a chi ha curato la selezione. Irregolarità sulle posizioni di Direzione staff della Direzione generale e quelle di Responsabile relazioni con i media presso la Direzione Relazioni esterne. Sono le conclusioni, in parte anticipate oggi dal Fatto quotidiano, dell'Anac sulle 21 nomine di manager esterni in Rai.

L' Anac guidata da Raffaele Cantone chiarisce nel documento che non spetta all'Autorità né valutare «la legittimità o meno delle procedure di assunzione o dei requisiti di partecipazione delle procedure concorsuali» né «la legittimità dell'ammontare degli stipendi», ma «l'applicazione e l'efficacia» delle misure adottate nei piani anticorruzione Rai.

Il parere dell'autorità anticorruzione non è vincolante per la Rai e quindi non invalida automaticamente le nomine stesse. La verifica ha riguardato 9 assunzioni effettuate mentre era in vigore il piano Rai anticorruzione 2015-2017 e 12 assunzioni effettuate dopo l'entrata in vigore del piano anticorruzione 2016-2018, che ha previsto nuovi obblighi. Di queste 21 assunzioni, 10 risultano a tempo determinato, 11 a tempo indeterminato.

Le verifiche sono state fatte dall' Anac prendendo a riferimento i due piani anticorruzione e la documentazione trasmessa dall'azienda. E sebbene le 21 procedure «rispettano a grandi linee i principi generali dei piani» sussistono «carenze documentali, specie con riferimento alle fasi di ricognizione interna e della selezione esterna, che non consentono la piena tracciabilità delle attività svolte, con conseguenze negative in termini di trasparenza», rileva Anac. L'Autorità spiega infatti che dalle verifiche effettuate emerge il «mancato rispetto dell'obbligo» in base al quale le procedure di reclutamento devono essere «avviate sulla base di richieste formalizzate e motivate con la specifica indicazione delle esigenze della società».

E ancora ci sono «carenze» nella «tracciabilità dei criteri di selezione e valutazione dei candidati», specificati solo con riferimento a una procedura, per la quale sul sito è stato pubblicato il job posting, e a tre per le quali è stato affidato l'incarico a società di «cacciatori di teste». Quanto alle ricognizioni interne, «carenze formali e sostanziali» sono segnalate per 11 posizioni su 12, perché «sebbene formalmente richiamate nei documenti ufficiali, risultano documentate formalizzate soltanto in minima oarte e secondo modalità non omogenee». 

LA REPLICA DELLA RAI
In una nota ufficiale, la Rai comunica di «aver ricevuto dall'Autorità Nazionale Anticorruzione la delibera riguardante l'effettiva applicazione ed efficacia delle misure adottate nel piano Triennale di Prevenzione della corruzione. Il documento rileva una sostanziale correttezza dei principi adottati, ma evidenzia problematiche specifiche per quanto riguarda modalità e procedure di reclutamento del personale dirigente. Dopo aver analizzato le scelte aziendali dall'agosto 2015 al luglio 2016, l'Autorità rileva che: 'A seguito dell'analisi e della documentazione trasmessa all'autorità si ritiene che le 21 procedure in oggetto rispettano a grandi linee i principi generali stabiliti dal PTPC 2015-2017 e dal successivo aggiornamento seppur esistano carenze documentali specialmente con riferimento alla fase della ricognizione interna, non consentendo la piena tracciabilità dell'attività svolte, con conseguenze negative in termini di trasparenzà».

L'azienda «esprime il proprio apprezzamento per l'attenzione dell'Autorità alla complessità del contesto in cui la propria attività si inserisce e il riferimento alle sfide editoriali ed industriali con le quali Rai ha dovuto in questi mesi misurarsi. Nel documento si legge infatti: 'Il contesto in cui Rai si muove è in forte evoluzione () per rendere possibile tale cambio di passo sulla generazione e distribuzione dei contenuti, la Rai ha ritenuto necessario intervenire su due fattori fondamentali () razionalizzazione assetto industriale , profondo rinnovamento organizzativo (...) Emerge che Rai, sebbene finanziata da risorse pubbliche debba rispondere alle sfide imposte dallo scenario competitivo e concorrenziale in cui si trova ad operare con la conseguente necessità di effettuare scelte che siano in grado di seguire o addirittura di guidare i processi di cambiamentò». Inoltre «si fa notare che, a differenza di quanto da taluni ipotizzato negli scorsi mesi, l'Autorità riconosce che Rai non ha superato il limite numerico per le assunzioni dei dirigenti.

Per l'unica posizione che presenta caratteristiche di criticità l'azienda esaminerà a fondo la raccomandazione dell'Autorità, mentre sulle due ulteriori riferite irregolarità aprirà un confronto con l'azionista; quanto alla necessità di migliorare gli strumenti e le procedure di analisi delle professionalità, la tracciabilità e chiarezza dei processi di selezione, l'Azienda si impegna fin d'ora all'implementazione dei suggerimenti dell'Autorità, in particolare nella corretta definizione di utilizzo dello strumento del job posting».

«L'Azienda - si sottolinea ancora - intende inoltre lavorare da subito al processo di miglioramento dei proprio PTPC recependo quanto indicato dall'Autorità che ne suggerisce l'implementazione pur riconoscendo quanto segue: 'I principi generali enunciati da suddetti piani non possono essere considerati del tutto sufficienti a ridurre in modo efficace i rischi di corruzione ()Devono però in questa prospettiva evidenziarsi le oggettive difficoltà operative che la società ha incontrato nella redazione del Piano nell'individuazione delle misure di prevenzione e dei rischi di corruzione, specialmente in sede di prima elaborazione ed applicazione misure che meritano positivo apprezzamento per i significativi interventi migliorativi apportati al piano in sede di aggiornamento in relazione al triennio 2016-2018 sebbene si ravvisino ulteriori margini di miglioramentò».

L'USIGRAI

«Si fa notare che, a differenza di quanto da taluni ipotizzato negli scorsi mesi, l'Autorità riconosce che Rai non ha superato il limite numerico per le assunzioni dei dirigenti.

Per l'unica posizione che presenta caratteristiche di criticità l'azienda esaminerà a fondo la raccomandazione dell'Autorità, mentre sulle due ulteriori riferite irregolarità aprirà un confronto con l'azionista». Lo sottolinea la Rai dopo la delibera dell'Anac sulle assunzioni esterne.

«La censura che arriva nei confronti del vertice Rai è senza precedenti». Lo sottolinea l'Usigrai, aggiungendo che l' Anac «ha accertato che il vertice Rai prima si è dotato di procedure anticorruzione e poi le ha palesemente violate». «Una situazione che mina la credibilità del Servizio Pubblico - prosegue -, sulla quale serve una urgente riflessione dell'azionista e della Commissione di Vigilanza. Anche perché è di tutta evidenza che questi atti illegittimi saranno valutati dalla Corte dei Conti per verificare l'eventuale danno erariale e le conseguenti responsabilità».

Il sindacato dei giornalisti Rai aggiunge che la delibera dell' Anac «conferma la denuncia fatta dall'Usigrai, con il pieno sostegno della Fnsi, attraverso l'esposto inviato nei mesi scorsi all' Anac e alla Corte dei Conti». «L'Autorità di garanzia anticorruzione - si legge nella nota dell'esecutivo Usigrai -, creata dal governo in carica per assicurare trasparenza nella gestione dei soldi dei cittadini, ha accertato che il vertice Rai prima si è dotato di procedure anticorruzione e poi le ha palesemente violate. Ad esempio con il mancato utilizzo, tranne in un caso, del job posting. O addirittura con una assunzione effettuata in presenza di ipotesi di conflitto di interessi».

«Una situazione che mina la credibilità del Servizio Pubblico - si legge ancora -, sulla quale serve una urgente riflessione dell'azionista, ovvero il ministero dell'Economia, e della Commissione parlamentare di Vigilanza. Anche perché è di tutta evidenza che questi atti illegittimi saranno valutati dalla Corte dei Conti per verificare l'eventuale danno erariale e le conseguenti responsabilità, a partire dal Direttore generale e dal Consiglio di Amministrazione».

Ultimo aggiornamento: 16 Settembre, 08:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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