Pensioni, sfida di Gentiloni a Mdp: e ora la manovra rischia

Mercoledì 22 Novembre 2017 di Marco Conti
Pensioni, sfida di Gentiloni a Mdp: e ora la manovra rischia

La Cgil non ci sta, ma il governo tira dritto e si prepara a inserire il pacchetto di provvedimenti sull'età pensionabile nella legge di Bilancio ora al Senato. Il via libera di Cisl e Uil è arrivato dopo l'ennesima riunione che si è consumata ieri mattina a palazzo Chigi e che era stata convocata proprio per cercare di far condividere l'impianto delle proposte anche alla leader della Cgil Susanna Camusso. «Più sostegno il pacchetto avrà dalle forze sindacali più sarà forte nel trovare spazio compiuto nella legge di Bilancio», ha detto Paolo Gentiloni all'inizio della riunione.

LA CINGHIA
L'articolazione delle misure e i 300 milioni messi sul piatto spingono la leader della Cgil a non pronunciare un no secco, ma l'argomento del servirebbe ben altro funziona se l'obiettivo è contestare le pietanze senza però rovesciare o abbandonare il tavolo. E così a sera è la stessa leader della Cgil a prendersela con i giornalisti che «scambiano scelte sindacali» della Cgil «come sponda politica a favore di partiti». Se non fosse che i primi a sospettare dell'esistenza di una sorta di cinghia di trasmissione siano proprio i suoi colleghi di Cisl e Uil. Una sensazione emersa anche ieri mattina quando al termine della riunione la stessa Camusso ha detto che ora tocca al Parlamento migliorare la proposta del governo. Osservazione che potrebbe risultare banale se non sembrasse una sorta di scarica barile sui senatori di Mdp che hanno fatto di pensioni e jobs act il centro della polemica con il Pd. A breve il partito di D'Alema e Bersani dovrà però decidere se votare la legge di Bilancio - che dovrebbe contenere il pacchetto di misure e chiudere l'ultimo atto della legislatura nelle vesti di partito di maggioranza - o tirarsi fuori. Una decisione che Mdp non ha ancora preso, anche se non sono mancate le dichiarazioni contrarie al testo elaborato da Padoan. L'eventuale no di Mdp renderebbe ancor più precari i numeri a palazzo Madama e metterebbe in salita l'approvazione della legge di Bilancio.
Obiettivo dei sindacati, Cgil in testa, è abbattere la legge Fornero - «che ci fece votare Bersani», ricorda Roberto Giachetti - se non fosse che «le risorse limitate» di cui dispone il Paese impediscono l'abolizione del meccanismo di allungamento automatico dell'età che a suo tempo votò anche FI. Le pensioni tornano ad essere anche in questa campagna elettorale argomento centrale molto cavalcato dalle opposizioni elargendo promesse. In difesa gioca invece il Pd che ieri - con Maurizio Martina, Lorenzo Guerini e lo stesso Renzi- ha sostenuto lo sforzo del governo e ora aspetta di vedere quale sarà il risultato degli incontri che tutte e tre le sigle sindacali avranno con i gruppi parlamentari.

IL LAVORO
Rinunciare ai 300 milioni e agli interventi che metterebbero in salvo numerose categorie di lavoratori dalla pensione a 67 anni, è impossibile per Cisl e Uil e complicato anche per la Cgil e la Fiom. E così lo sciopero del 2 dicembre diventa mobilitazione e costringe Mdp e i partiti della Cosa Rossa a spostare al giorno dopo l'assemblea fondativa. Una coincidenza che alimenta i sospetti di un no a prescindere e che rende ancor più complicato il lavoro del mediatore Fassino. «Non accettiamo emendamenti blindati», sostiene Maria Cecilia Guerra, capogruppo di Mdp al Senato. Miglioramenti al pacchetto sono sempre possibili e se li augura anche l'ex ministro Cesare Damiano, ma oltre i 300 milioni già messi a disposizione dal ministro Padoan è difficile andare. Evitare di far saltare i saldi della manovra è obiettivo di ogni esecutivo, ma se Mdp contesta proprio questo punto, si fa molto concreto il rischio che a palazzo Madama si assista ad un nuovo voto al cardiopalma.
 

Ultimo aggiornamento: 23 Novembre, 10:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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