Sergio Mattarella interviene per riportare la pace, o per lo meno un clima più disteso, tra Italia e Francia. Sabato sera, dopo che per l’intera giornata gli staff diplomatici del Quirinale e dell’Eliseo avevano lavorato per preparare l’appeasement italo-francese e dopo che il capo dello Stato aveva sentito la premier Giorgia Meloni, è scattata una telefonata con il presidente francese. Con una richiesta di Emmanuel Macron, alle prese con l’opposizione interna: la notizia del colloquio deve uscire solo lunedì, in modo da far prima decantare la situazione.
Mattarella interviene per porre termine alla guerra innescata da Macron e dai suoi ministri, con accuse pesantissime contro Meloni e l’intero governo italiano dopo lo sbarco a Tolone della nave Ocean Viking, respinta dai porti italiani.
La telefonata, ben istruita dai consiglieri diplomatici, dura circa mezz’ora. I due presidenti concordano che è arrivato il momento di tornare all’antico. Alla normalità. Di ristabilire quel «clima di collaborazione e amicizia» sancito il 26 novembre dello scorso anno dalla firma del Trattato del Quirinale. Nel colloquio viene concordata una nota congiunta, uscita ieri mattina alle nove, nella quale Mattarella e Macron affermano «la grande importanza delle relazioni tra Italia e Francia» e condividono «la necessità che vengano poste in atto condizioni di piena collaborazione in ogni settore sia in ambito bilaterale sia dell’Unione Europea».
La nota dei due presidenti - fanno notare al Quirinale - non entra volutamente nel merito dei dossier bilaterali aperti, né indica interventi. Questo perché Mattarella ha un ruolo di garanzia, non esecutivo. C’è, ovviamente, però un auspicio a riprendere la collaborazione, senza entrare sui particolari delle questioni sul tappeto. In primis quella dei migranti.
LA LINEA DEL COLLE
Al Quirinale ricordano il discorso pronunciato la settimana scorsa a Maastricht, in cui Mattarella ha invocato sul dossier-migranti «scelte condivise dell’Ue» e ha sottolineato che «la risposta alla sfida migratoria avrà successo soltanto se sorretta dai criteri di solidarietà». In più, viene fatto filtrare che il Presidente ha sempre ritenuto indispensabili tre punti: salvare i migranti in mare, rispettare i diritti umani, redistribuire i rifugiati tra i Paesi europei.
Non è tutto. Chi ha parlato con Mattarella rivela: «L’auspicio del capo dello Stato», fatto presente all’inquilino dell’Eliseo, «è che Macron fermi gli attacchi dei ministri francesi al governo italiano e che Meloni faccia altrettanto». In sintesi: «Mattarella vuole riportare i rapporti italo-francesi sui vecchi binari, mettendo fine allo scontro».
Meloni viene contattata dal Presidente anche dopo la telefonata con Macron. Nel colloquio, la premier avrebbe garantito a Mattarella l’impegno dei suoi ministri a non alimentare lo scontro con la Francia. Anche perché, un’eventuale nuova escalation, suonerebbe come una sconfessione della mediazione del Quirinale. Tant’è, che perfino Salvini usa toni più cauti: «L’importante è che l’Europa faccia la sua parte. Come hanno detto tanti Paesi europei, non possono essere lasciati da soli i Paesi del Mediterraneo».
Oltre ai ministri Antonio Tajani e Raffaele Fitto, fin dall’inizio impegnati a sedare la zuffa con Parigi, anche gli esponenti di Fratelli d’Italia al governo usano parole gradite al Colle. «L’Italia e la Francia sono legate da antica amicizia, culturale oltre che politica», dice Luca Ciriani. E il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari, braccio destro di Meloni: «Abbiamo tutta l’intenzione di far rientrare la crisi con Parigi». Non esattamente in linea il presidente del Senato, Ignazio La Russa, intervenuto con una dichiarazione non proprio negoziale: «Credo che l’opera di Mattarella sia sempre utile, ma credo anche che la fermezza del nostro governo possa e debba essere condivisa». C’è chi dice non sia stato avvertito.