ROMA - La svolta arriva di primo mattino e fa scoppiare una nuova guerra nel centrodestra con Salvini e Meloni che tornano ad accusare Berlusconi di prestare il fianco a Renzi.
LA VIRATA
Ecco la virata. Per settimane l'ex premier ha difeso a spada tratta Bertolaso, poi per 24 ore ha aperto alla presidente FdI. Ma i paletti di quest'ultima, gli attacchi di Salvini alle sue aziende hanno portato Berlusconi a cambiare cavallo. Anche se è lo stesso Cavaliere a ricordare che «Marchini era stato la nostra prima opzione, ed era caduta per i veti posti da un alleato della coalizione». Dunque esce di scena “Mr emergenze”, la sua candidatura era diventata «divisiva».
GLI INCONTRI
L'ingegnere romano va a palazzo Grazioli ad incontrare Berlusconi e, dopo aver ribadito di essere «libero dai partiti», lo ringrazia per il «coraggioso e generoso riconoscimento a un movimento civico che in questi tre anni insieme a 120mila persone ha fatto delle battaglie importanti per la città difendendo e tutelando i diritti dei romani». E Francesco Storace apprezza ed è pronto dopo che avrà riunito i suoi, a fare un passo indietro, ad abbandonare la sua corsa al Campidoglio, in nome di una soluzione unitaria (leggi «Marchini»).
Una parte del partito azzurro nel frattempo mugugna, Matteoli e Romani in realtà una foto di Bologna non l'hanno mai voluta ma il timore è che ora ci possano essere conseguenze sia su Milano che sul futuro della coalizione, «spero che gli elettori capiscano» afferma Toti. L'ex premier però ha deciso città». L'affondo della Meloni e di Salvini arriva subito. «Siamo contenti – dice la prima - della semplificazione del quadro politico a Roma. Ora ci aspettiamo un'ulteriore semplificazione con la diretta e aperta convergenza di Marchini e di FI sul candidato del Pd e di Renzi, Giachetti». «Renzi e Casini chiamano e Berlusconi risponde», punta il dito il secondo, «saranno i romani a decidere se vogliono gli inciuci, le frittate, le marmellate». Berlusconi tende la mano ai suoi (ex) alleati, «ci auguriamo che - superando questa dolorosa divisione - tutto il centrodestra possa ritrovarsi e riprendere un cammino comune», ma il Carroccio e FdI sono sul piede di guerra. Si addensano nubi su Milano con la Lega intenzionata anche ad accelerare sulla federazione con FdI e i Conservatori e riformisti di Fitto (possibile arrivare ad un unico gruppo parlamentare) sulla scia di un “patto generazionale” e in chiave anti-Renzi. Plaudono i partiti centristi. Esultano Casini («Decisione epocale, Berlusconi riapre la stagione della convergenza dei moderati») e Schifani («Inizia un percorso nuovo»).