Iraq, il grillino Di Battista: terrorismo
unica arma per chi si ribella ai droni

Sabato 16 Agosto 2014
Iraq, il grillino Di Battista: terrorismo unica arma per chi si ribella ai droni
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Se a bombardare il mio villaggio un aereo telecomandato io ho una sola strada per difendermi a parte le tecniche nonviolente che sono le migliori: caricarmi di esplosivo e farmi saltare in aria in una metropolitana». Così il deputato del Movimento 5 stelle Alessandro Di Battista in un post sul blog di Beppe Grillo sull'Isis. Il terrorismo, scrive, è «la sola arma violenta rimasta a chi si ribella».



Scrive Di Battista nel post pubblicato da Grillo: «Dovremmo smetterla di considerare il terrorista un soggetto disumano con il quale nemmeno intavolare una discussione. Questo è un punto complesso ma decisivo. Nell'era dei droni e del totale squilibrio degli armamenti il terrorismo, purtroppo, è la sola arma violenta rimasta a chi si ribella. È triste ma è una realtà. Se a bombardare il mio villaggio è un aereo telecomandato a distanza io ho una sola strada per difendermi a parte le tecniche nonviolente che sono le migliori: caricarmi di esplosivo e farmi saltare in aria in una metropolitana. Non sto ne giustificando né approvando, lungi da me. Sto provando a capire. Per la sua natura di soggetto che risponde ad un'azione violenta subita il terrorista non lo sconfiggi mandando più droni, ma elevandolo ad interlocutore. Compito difficile ma necessario, altrimenti non si farà altro che far crescere il fenomeno».



Secondo Di Battista, inoltre, «occorre legare indissolubilmente il terrorismo all'ingiustizia sociale. Il fatto che in Africa nera la prima causa di morte per i bambini sotto i 5 anni sia la diarrea ha qualcosa a che fare con l'insicurezza mondiale o con il terrorismo di Boko Haram? Il fatto che Gaza sia un lager ha a che fare con la scelta della lotta armata da parte di Hamas?».



«L'obiettivo politico (parlo dell'obiettivo politico non delle assurde violenze commesse) dell'ISIS, ovvero la messa in discussione di alcuni stati-nazione imposti dall'occidente dopo la I guerra mondiale ha una sua logica», scrive ancora Di Battista. «Il processo di nascita di nuove realtà su base etnica è inarrestabile sia in Medio Oriente che in Europa. Bisogna prenderne atto e, assieme a tutti gli attori coinvolti, trovare nuove e coraggiose soluzioni».



«L'ISIS avanza, conquista città importanti e minaccia migliaia di cristiani. È evidente che la comunità internazionale e l'Italia debbano prendere una posizione», continua il deputato grillino. «Innanzitutto - sottolinea l'esponente M5s - occorre mettere in discussione, una volta per tutte, la leadership nordamericana. Gli Usa non ne hanno azzeccata una in Medio Oriente. Hanno portato morte, instabilità e povertà».



In secondo luogo, secondo Di Battista , «L'Italia, ora che ne ha le possibilità, dovrebbe spingere affinché la Ue promuova una conferenza di pace mondiale sul Medio Oriente alla quale partecipino i paesi dell'Alba, della Lega araba, l'Iran, inserito stupidamente da Bush nell'asse del male e soprattutto la Russia un attore fondamentale che l'Ue intende delegittimare andando contro i propri interessi per obbedire a Washington e sottoscrivere il Ttip il prima possibile».



«Essere alleati degli USA non significa essere sudditi, prima di applicare sanzioni economiche a Mosca, sanzioni che colpiscono più le imprese italiane che quelle russe, si dovrebbero pretendere le prove del coinvolgimento di Putin nell'abbattimento dell'aereo malese».



«L'Italia dovrebbe promuovere una moratoria internazionale sulla vendita delle armi. Se vuoi la pace la smetti di lucrare sugli armamenti», dice ancora Di Battista. Sull'ipotesi di armare i curdi, Di

Battista osserva: «"Armiamo i curdi" sostiene la Mogherini. Chi ci dice che una volta vinta la guerra i curdi non utilizzeranno quelle armi sui civili sunniti?». «L'Italia dovrebbe porre all'attenzione della comunità internazionale un problema che va risolto una volta per tutte: i confini degli stati. Non sta scritto da nessuna parta che popolazioni diverse debbano vivere sotto la stessa bandiera».
Ultimo aggiornamento: 17 Agosto, 15:56

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