Italicum alla Consulta, rush finale per la sentenza

Venerdì 9 Dicembre 2016 di Sara Menafra
Italicum alla Consulta, rush finale per la sentenza
ROMA Per l'Italicum c'è il nodo dei tempi. Non solo per la decisione della Corte Costituzionale, ma anche per la pubblicazione della sentenza che potrebbe essere rapida. L'udienza è fissata per il 24 gennaio quando uscirà il semplice dispositivo sul ricorso accolto, respinto o accolto parzialmente. Nel giro di una settimana, però, la sentenza con le motivazioni potrebbe essere pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, acquistando efficacia. E diventando quindi la falsa riga su cui formulare le modifiche all'attuale legge elettorale. In linea teorica i giudici potrebbero al contrario prendere tempo, ma diverse fonti concordano nell'indicare che l'iter sarà rapido. Il caso era già stato ampiamente vagliato dal relatore, il giudice Nicolò Zanon, in vista dell'udienza di ottobre, poi rinviata; e ora è inevitabilmente oggetto di confronti informali. Morale: a fine gennaio-primi di febbraio si saprà tutto e sarà possibile valutare la convocazione delle elezioni.

IPOTESI
«La Consulta può eliminare alcuni aspetti, non riscrivere l'Italicum», fa notare il presidente emerito Ugo De Siervo. In realtà, tra le strade possibili, così come è avvenuto con il Porcellum, c'è l'ipotesi che la legge venga di fatto riscritta con una sentenza articolata, anche per evitare la vacatio legis. Non è, però, detto che i giudici delle leggi seguano questa strada.Anzi, la Corte potrebbe anche dichiararsi incompetente su una legge mai applicata. Il ballottaggio, vero snodo, esiste in sistemi elettorali stranieri e nelle amministrative in Italia: la Consulta difficilmente potrà intaccarlo. Semmai agirà sul meccanismo che, al secondo turno, assegna il premio di maggioranza a chi vince, consegnandogli 340 seggi; e potrebbe o agganciare il premio a un quorum di voti sotto il quale non scatta, o ritenerlo eccessivo. Questo richiederebbe un intervento del legislatore. Sui capilista, la corte potrebbe dire no alle candidature multiple. Ma questo è un capitolo meno spinoso.

Renzi ha dato le dimissioni e Mattarella ha aperto le consultazioni. Una domanda lecita è se, con un nuovo governo, possa cambiare il mandato affidato all'Avvocatura dello Stato, e nello specifico a Vincenzo Nunziata, per difendere l'Italicum. Il 3 gennaio scadranno i termini per le parti, Avvocatura compresa, per depositare memorie. Al momento tutti sembrano escludere che cambi il quadro già definito. Quanto ai giudici costituzionali, con Giuseppe Frigo che si è dimesso sono in 14, numero pari, e in caso di parità al voto, quello del presidente Grossi vale doppio.
Ultimo aggiornamento: 08:15

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