Consip, i carabinieri e Ultimo avevano Renzi nel mirino: "È una bomba, arriviamo a lui"

Venerdì 15 Settembre 2017
Consip, i carabinieri e Ultimo avevano Renzi nel mirino: "È una bomba, arriviamo a lui"
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«Se vuole, ha una bomba in mano. Lei può far esplodere la bomba. Scoppierà un casino. Arriviamo a Renzi». Così, in più di un incontro tra Modena e Roma, il capitano del Noe Gianpaolo Scafarto, indagato per falso nell'ambito dell'indagine sul caso Consip, e il colonnello Ultimo si rivolsero alla procuratrice di Modena Lucia Musti. Sono le frasi riferite dalla magistrata durante l'audizione tenuta il 17 luglio scorso al Csm come riportato oggi da Repubblica, Corriere della Sera e dal Messaggero.

I colloqui, riferisce Repubblica, risalgono alla primavera del 2015: ad aprile di quell'anno, la Procura di Modena aveva appena ricevuto gli atti dell'inchiesta sugli affari della coop Cpl Concordia, aperta dalla Procura di Napoli e poi trasmessa per competenza territoriale nella città emiliana. È la stessa procuratrice a ricostruire i retroscena durante la seduta di oltre due ore e mezza davanti alla prima commissione del Csm. Nel corso dell'audizione, riferisce il quotidiano, «racconta di aver visto Scafarto e Ultimo particolarmente 'spregiudicati' e come 'presi da un delirio di onnipotenza'».

ULTIMO: "MAI FINI POLITICI" «Non ho mai svolto indagini per fini politici». Il colonnello dei carabinieri Sergio De Caprio, il Capitano Ultimo che arrestò Totò Riina, risponde così - interpellato dall' ANSA - a quella che definisce una «campagna di linciaggio mediatico». A proposito del procuratore Musti afferma di non averla «mai forzata in nessuna cosa» e di aver sempre svolto «le indagini che ci ha ordinato con lealtà e umiltà». «Non ho mai parlato di Matteo Renzi né con la dottoressa Musti né con altri», aggiunge.
Ultimo aggiornamento: 13:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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