Beppe Grillo, show a Villa Taverna:
comizio dall'ambasciatore Usa

Venerdì 4 Luglio 2014
Beppe Grillo con gli occhiali griffati
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Arriva tra gli ultimi. In smoking, con tanto di sparato e fascia ma senza cravattino, indossando un paio di occhiali multicolore, rigorosamente firmati sulle stanghette in corsivo: "Beppe Grillo".

Il leader M5s non manca l'appuntamento con la festa dell'Indipendenza americana, alla residenza dell'ambasciatore Usa a Roma. E trasforma la sua partecipazione in uno show. Un comizio improvvisato, sul prato all'inglese di Villa Taverna, durante il quale spazia a 360 gradi. Con tutto il suo repertorio, a partire dall'immancabile attacco alla stampa - «con questa informazione non esiste democrazia», - colpevole, o almeno complice secondo lui, di avergli fatto perdere «il 20% in due giorni...».



Parla dei principali nodi politici sul tappeto e si dice - anche in vista dell'incontro dei pentastellati di lunedì con Renzi - «senza preconcetti sulla legge elettorale». Non mancando però la sua bordata a quella che ha in mente il premier: «è anticostituzionale, al limite», dice mentre intorno a lui, nel giardino, la platea di chi lo ascolta aumenta. Ci sono giovani e meno giovani imprenditori, molti quelli che gli chiedono un selfie.



E si avvicina anche l'ambasciatore del Bangladesh. Per presentarsi, con la moglie, e chiedergli un incontro. Lui sorride, strige mani, si presta alle foto di rito. E parla a ruota libera. Dopo aver salutato il padrone di casa, l'ambasciatore John Phillips e sfiorato la gaffe (è sembrato confondersi, nei baciamano, e non riconoscere la moglie del diplomatico americano) e con un inglese che sembrava stentato. Ma poi prende la scena.



Per dire che la Costa Concordia non doveva essere portata a Genova (dove sarà «girata, rigirata, tagliata e ritagliata per fare pil...», dice sarcasticamente) ma affondata per creare un «meraviglioso sito per i pesci», come la petroliera che sta nei fondali liguri.



Poi, sollecitato anche da un imprenditore siciliano che si presenta - produce arance - snocciolandogli tutte le sue difficoltà, per parlare di una situazione, quella italiana, che non va. Di riforme che non sono e non saranno riforme - «in tv annunciano una cosa poi la traducono in paginate e paginate di cose in cui nessuno capisce più niente» - di un informazione che gli ha fatto perdere il 20% in due giorni disegnandolo come «un Hitler, uno cattivo, che fa crollare lo spread e perdere i risparmi».



E non si sfila anche alle domande. Tante e non solo dei giornalisti che seguono la scena. E a chi gli chiede come valuta quel voto, un 7, assegnato dal suo 'alleatò inglese Farage a Renzi per il discorso di apertura del semestre Ue a Strasburgo. «Se è per la passione, va bene ma i contenuti non ci sono», replica il leader dell'M5S: «va lì fa lo splendido ma poi....», lascia cadere la frase.



Beve un bicchiere d'acqua che qualcuno dei suoi, dopo circa una mezz'ora di quasi-monologo, gli porta.
E mentre i cronisti chiamano le redazioni scompare da Villa Taverna.
Ultimo aggiornamento: 5 Luglio, 20:56

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