La Conferenza delle Regioni ha dato il via libera al Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari. E, conseguentemente, anche a seguito dell'aggravarsi del conflitto in Ucraina, i governatori hanno chiesto al Governo di facilitare la diffusione delle pasticche di iodio stabile nei vari territori, potenziandone la distribuzione anche nelle parafarmacie, dove dovrebbero essere venduti come integratori.
Iodio e Piano nazionale, le ipotesi
A farsi portavoce della richiesta dei governatori è il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, che dopo l'approvazione del Piano aggiunge: «Rispetto alla iodioprofilassi chiediamo al Governo di facilitare la distribuzione dello iodio stabile, anche con riferimento alla sua classificazione farmacologica, e di emanare un documento attuativo integrativo che specifichi tempistiche, modalità, attività di comunicazione, soggetti coinvolti, ruoli e responsabilità». L'ipotesi sarebbe di facilitare la diffusione dello iodio stabile sotto forma di pastiglia, un farmaco che attualmente può essere assunto sotto prescrizione del medico per i soggetti che hanno carenze di ioduro di potassio nell'organismo. Le stesse pillole, in altri Paesi come Francia e Svizzera, sarebbero classificate come integratori. Per questo motivo l'intenzione - si apprende da ambienti dei governatori - sarebbe di renderlo commercializzabile anche nelle parafarmacie italiane per chi dovesse improvvisamente averne la necessità, non avendo molto tempo a disposizione per l'assunzione in caso di fughe radioattive verso il nostro Paese.
La profilassi
Secondo il Piano per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari, nel caso in cui dovesse scattare la profilassi, «il periodo ottimale di somministrazione di iodio stabile è meno di 24 ore prima e fino a due ore dopo l'inizio previsto dell'esposizione. Risulta ancora ragionevole somministrare lo iodio stabile fino a otto ore dopo l'inizio stimato dell'esposizione. Da evidenziare che somministrare lo iodio stabile dopo le 24 ore successive all'esposizione può causare più danni che benefici. La misura della iodioprofilassi è quindi prevista per le classi di età 0-17 anni, 18-40 anni e per le donne in stato di gravidanza e allattamento. Il Ministro della Salute può decidere l'attivazione delle procedure per la distribuzione di iodio stabile nelle aree interessate». Le autorità nazionali continuano però a chiarire che non c'è alcun allarme. «Solo in caso di una reale emergenza nucleare, al momento inesistente nel nostro Paese, sarà la Protezione Civile a dare precise indicazioni su modalità e tempi di attuazione di un eventuale intervento di profilassi iodica su base farmacologica per l'intera popolazione», aveva spiegato l'Istituto superiore di sanità che, insieme a varie società scientifiche, invita a non usare farmaci 'fai da tè, mentre è raccomandato l'uso di sale iodato. Quindi anche un richiamo alla calma, dopo il boom di richieste segnalato in alcune farmacie.