Viterbo, calci e pugni alla convivente incinta davanti ai figli: «Ho già ucciso, ti faccio fare la stessa fine»

Martedì 3 Maggio 2016 di Massimo Chiaravalli
Viterbo, calci e pugni alla convivente incinta davanti ai figli: «Ho già ucciso, ti faccio fare la stessa fine»
5
Non ha avuto pietà di lei nemmeno quando era incinta, né di fronte ai figli. Ha continuato a picchiare la sua convivente, a minacciarla con il coltello e a insultarla davanti a loro, accecato dalla gelosia. «Ho già ammazzato un mio coetaneo, ti faccio fare la stessa fine», le diceva. Ed era vero: i suoi precedenti parlano di omicidio volontario, reati contro la persona, percosse e minacce. Ma adesso è finito in carcere, arrestato dalla squadra mobile, nel corso di quella che il questore Lorenzo Suraci definisce «un'operazione brillante».

L'uomo, un 50enne residente nella provincia di Viterbo, è finito in manette a seguito di un’attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica. A denunciarlo è stata proprio la convivente: contro di lei erano continue le vessazioni, fisiche e psicologiche. Veniva umiliata con frasi irripetibili, non poteva vedere la sua famiglia, né parlare con gli amici. Armato di coltello, l'uomo la minacciava di morte costantemente. E si vantava di aver già ucciso un suo coetaneo, nella sua regione di origine: «Ti faccio fare la stessa fine», le diceva.

Non solo minacce: schiaffi e pugni sono piovuti contro la donna anche durante il periodo della sua gravidanza. Agli uomini della squadra mobile, coordinata da Fabio Zampaglione, ha raccontato che le violenze psicologiche erano anche ai danni della figlia minore della donna, avuta da un precedente matrimonio, la quale oltre ad essere oggetto di frasi offensive, era costretta ad assistere alle percosse e minacce nei confronti della madre. Da qui l'intervento, tramite i servizi sociali, della polizia: insieme ai due figli è stata trasferita d’urgenza in una struttura protetta per tutelare la loro incolumità.

Durante la perquisizione, all'uomo sono stati sequestrati due coltelli, di quelli vietati, uno dei quali lo nascondeva addosso. Intanto veniva ascoltata in audizione protetta e alla presenza di esperti di psicologia infantile, la figlia, che confermava tutto.

Soddisfatto il questore Lorenzo Suraci: «La squadra mobile, brillantemente coordinata dalla Procura della Repubblica - dice - ha sapientemente applicato la normativa prevista per questo tipo di reati concludendo con successo l’operazione di polizia giudiziaria».
Ultimo aggiornamento: 4 Maggio, 15:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci