Roma, truffa e violenza sessuale, bufera sull'Opera nomadi: indagato il presidente

Venerdì 1 Luglio 2016 di Valentina Errante e Sara Menafra
Roma, truffa e violenza sessuale, bufera sull'Opera nomadi: indagato il presidente


È un simbolo della cooperazione e dell'aiuto ai più deboli, intervistato ed ascoltato tutte le volte che si parla di rom e dei loro problemi di integrazione. Eppure ora, Massimo Converso, il presidente dell'Opera nomadi, la principale organizzazione a tutela di Rom Sinti e Caminanti in Italia, si scopre orco: stando all'informativa dei carabinieri che hanno curato l'inchiesta sui campi Rom è accusato di peculato, truffa aggravata, frode aggravata nelle pubbliche forniture e violenza sessuale. Gli uomini dell'Arma hanno avviato verifiche anche su presunti contatti con minorenni che sarebbero state avvicinate dall'importante leader della cooperazione. Decine sono le telefonate nel corso delle quali Converso si lascia andare a commenti ambigui con le donne che lavorano con lui e che, in alcuni casi, sono Rom, con pochi soldi in tasca e fanno fatica a dire di no al presidente dell'associazione che le tutela e rappresenta. Se non tutti i comportamenti sono penalmente rilevanti, perché tra maggiorenni, il quadro che ne emerge ha toni cupi.

IL PECULATO
Più lineare il capitolo che riguarda la gestione dei soldi arrivati all'Opera nomadi con finanziamenti pubblici e poi finiti con varie scuse nelle tasche di Converso. L'ampia informativa conclusiva dei Carabinieri del nucleo Roma Eur spiega che solo una piccola parte dei 12mila euro che l'Opera nomadi riceve mensilmente per prestare assistenza agli ospiti del campo Rom di via Cesarina, vengono effettivamente spesi in loro favore: «Nell'ambito dell'esercizio di tale attività finanziata dal Comune di Roma Capitale, l'Opera nomadi impiega personale insufficiente, in nero, malpagato, e fa figurare falsamente come eseguiti gli obblighi previsti dalla convenzione in essere con il Comune di Roma Capitale falsificando le previste relazioni periodiche». Lui stesso nelle mail alle collaboratrici è chiaro: «Non fate i turni se non al 50%, cercate di recuperare».
Converso usa il denaro ricevuto dall'Opera nomadi Lazio, che coordina in parallelo al nazionale, praticamente come fosse suo. Negli anni al centro dell'inchiesta, 2013 e 2014, ha trasferito sul proprio conto 23.350 euro, ma nel periodo 2009 a 2014, la cifra «sottratta arbitrariamente all'interesse pubblico a cui era destinata» arriva a 150mila euro. Preleva, e poi versa ad altri, molto spesso ad una donna con cui ha una relazione. Le causali di quei versamenti vanno da, «spese condominio», a «per il tuo futuro», «per tua autonomia economica». Anche i fondi nazionali fanno spesso la stessa fine. I finanziamenti dello stato per un progetto di inserimento sempre per il campo rom di via Cesarina, finiscono in buona parte in convegni, in un viaggio di lavoro dello stesso Converso (1.600 euro) in pagamenti rivolti al vicepresidente nazionale dell'Opera nomadi.
 
DI SILVIO E CASAMONICA
Non c'è pianeta della galassia Rom e Sinti che in qualche modo non finisca per entrare nell'orbita del simbolo del volontariato. Agli atti c'è la conversazione con una donna che ha l'incarico da una procura di tradurre atti giudiziari. E' lei a chiamare Converso per dargli l'informazione: «Mi devi fare un piacere urgente Massimo, perché il Pubblico Ministero, ha chiamato di fare una traduzione che ci sono in mezzo i Di Silvio... Ti sto dicendo di avvertirli». E Converso: «Sì come no, però lo devo vedere per telefono è pericoloso». Anche i Casamonica bussano alla porta del dirigente. «Converso - spiega l'informativa - si impegna con Casamonica Guerrino a far avere la semilibertà ai suoi figli che stanno in galera, dopo essersi sincerato dell'effettivo di alcuni requisiti che necessitano per lo scopo».

LA CORRUZIONE
L'informativa dei Carabinieri che hanno indagato sulla corruzione negli appalti per la manutenzione dei campi Rom della capitale, in stato di emergenza permanente, ritrae con precisione anche i rapporti tra politici e funzionari corrotti così come ricostruita dall'inchiesta del procuratore aggiunto Paolo Ielo e dei pm Carlo Lasperanza, Luca Tescaroli ed Edoardo De Santis. Dei 23 milioni spesi per l'accoglienza ai Rom nel solo 2013, una buona fetta si è volatilizzata in lavori fatti male o mai realizzati. E del meccanismo che dal punto di vista amministrativo ruotava attorno alla dirigente Emanuela Salvatori, faceva parte il capogruppo pd in consiglio comunale Francesco D'Ausilio. Uomo tanto potente che un imprenditore commenta al telefono: «E' lui il comune di Roma». Anche D'Ausilio avrebbe accettato denaro in contanti.
 

Ultimo aggiornamento: 19:23
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