È costata cara a Salvatore Parolisi l'intervista fiume rilasciata a Chi l'ha visto? alla sua prima uscita dal carcere di Bollate (Milano), per un permesso premio.
Parolisi, l'intervista a Chi l'ha visto?
«Non ho ucciso Melania», le parole di Parolisi a Chi l'ha visto?. «Da uomo, da militare, da padre soprattutto, tu mi devi dare l’ergastolo, mi butti la chiave e non mi fai uscire più, se dici che io ho fatto una cosa del genere, e me lo provi, però. Perché a me non me lo hanno mai provato», ha insistito. Proprio per queste parole il magistrato di sorveglianza di Milano Rosanna Calzolari ha ritenuto che l'ex militare non avesse ancora completato quel «lavoro introspettivo» che dovrebbe portarlo a comprendere ed accettare la pena per arrivare al reinserimento nella società. Invece, con parole che sono in «linea con il vissuto di chi ritiene di essere stato ingiustamente condannato» dimostra che non ha «compreso il significato e la valenza» dei permessi premio che, con la «loro funzione pedagogico-propulsiva», hanno l’obiettivo di accompagnare il condannato «in un percorso di reinserimento e riabilitazione sociale graduale e concreto».
L'omicidio di Melania Rea
Quando è stata uccisa, Melania aveva 29 anni. Suo marito, così com’è emerso immediatamente, aveva un’amante, una soldatessa, Ludovica, che frequentava il 235esimo Rav Piceno, dove Parolisi era istruttore. Eppure Parolisi avrebbe agito senza «una preordinazione del delitto, senza una deliberata e meditata scelta di liberarsi di un ostacolo», la moglie, rispetto alla relazione extraconiugale da lui intrattenuta da tempo, ha stabilito la Cassazione. L’ex caporal maggiore ha sempre sostenuto la sua innocenza. Ha pianto. Ha parlato di amore per Melania, per poi tentare di nascondere maldestramente la sua seconda vita di cui la moglie non faceva parte.