Rieti, mail del padre all'ex moglie: coi figli parlerai quando lo decido io. Mobilitato anche "Chi l'ha visto?"

Domenica 23 Ottobre 2016
I due fratellini libanesi che il padre ha riportato in LIbano
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RIETI - Libano, Turchia, Grecia. Dove si trovino esattamente i due fratellini scomparsi otto giorni fa dalla loro abitazione di Santa Rufina, sottratti all’abbraccio della madre dall’ex marito, non è al momento possibile stabilirlo con assoluta certezza. Una mail spedita da Rieti fa pensare che l’uomo abbia attualmente raggiunto il Libano insieme ai due figli, Layla di 7 anni e Abdul Rahman di 5, dopo essersi imbarcato su un traghetto ad Ancona e fatto scalo in Grecia, a Patrasso.

La lettura del messaggio - avvenuta nella giornata di giovedì - consente una localizzazione sufficientemente precisa ma non garantisce sull’identità di colui che lo ha aperto. Potrebbe essere stato Haitham Mehho, il padre libanese dei due ragazzi, o qualcuno a lui vicino. Di certo, al momento, c’è soltanto una mail ricevuta da Kamela, la mamma dei due bambini. Un messaggio sufficientemente inquietante e che non fa propendere per una soluzione positiva della vicenda, soprattutto in tempi brevi. Una mail di risposta a una domanda della madre, presumibilmente spedita dall’ex marito, il quale spiega alla donna che potrà sentire i suoi due figli solo quando lo deciderà lui.

Una risposta che equivale a una chiusura e che certifica come i rapporti tra i due ex coniugi, in particolare sull’educazione, la residenza, la crescita e l’affidamento della prole, siano giunti a un punto di non ritorno. Il confronto tra i due - entrambi libanesi, sposatisi e poi divorziati poco più di un anno fa in Libano, con una sentenza del Tribunale religioso dello stato musulmano che aveva dato i figli in affidamento alla mamma - in realtà erano da tempo tesi. Haitham Mehho, dopo il divorzio, era rimasto a vivere in un appartamento di Poggio Fidoni e aveva continuato a lavorare per l’azienda Valle Santa. Per concessione dell’ex moglie, continuava però a vedere i figli ogni fine settimana.

Chi lo ha conosciuto, anche tra i colleghi di lavoro, lo descrive come un tipo chiuso. Un uomo che nonostante vivesse da tempo in Italia aveva ancora difficoltà con la lingua e che non nascondeva il suo integralismo in materia di usi, costumi e religione. Nella primavera scorsa, dopo aver più volte manifestato il desiderio di tornare in Libano, avrebbe già tentato di partire portando con se i due bambini. «Lo scorso maggio - racconta la mamma, Kamela - il papà ha provato a portare via i figli. Mi ha detto che era giusto che crescessero in Libano. Aveva raggiunto Bari, poi è stato fermato». La donna da allora non era però più tranquilla, tanto da dare alla figlia più grande un orologio con Gps, che consentisse la localizzazione. «Nelle scorse settimane è venuta in Italia la mia ex suocera - racconta ancora Kamela - e i piccoli hanno trascorso più tempo con lei e il mio ex marito».

E si arriva a sabato scorso. «Volevamo festeggiare il compleanno di mia mamma - afferma Kamela - e il mio compagno, Gabriele, ha chiamato Haitham alle 13.38 per chiedere se poteva portare i bambini per la sera. Lui ha risposto che era fuori e non sapeva a che ora sarebbe rientrato. Poco dopo, la mamma di un’amichetta di Layla mi ha chiamato, chiedendomi se mia figlia poteva andare a giocare con la sua. Lei stessa ha tentato di telefonare ad Haitham, ma il suo cellulare era spento. E da allora è stato sempre così. La sera sono andata a Poggio Fidoni, nella casa del mio ex marito e, non ricevendo risposta, con la chiave della proprietaria, siamo entrati: non c’era nessuno e neanche i vestiti, mentre l’orologio con il Gps era nell’abitazione».

LE INDAGINI

 L’immediata denuncia ai carabinieri, l’apertura da parte della procura della Repubblica di Rieti - nella persona del pm Rocco Maruotti - di un fascicolo con l’ipotesi di reato per sottrazione di minori, la nomina di due legali, gli avvocati Silvia Cifone e Antonella Aguzzi, entrambi del foro di Rieti.

La vicenda è stata poi segnalata anche alla trasmissione in onda su Rai Tre «Chi l’ha visto?»: sul sito dedicato, alla voce «bambini scomparsi», sono state già inserite le foto di Layla e Abdul Rahman. Ma la mamma ha anche coinvolto nella vicenda l’ambasciata libanese a Roma e fatto giungere la segnalazione all’Interpol e all’Europol. Si muove a trecentosessanta gradi Kamela, la madre dei due fratellini libanesi che il padre ha portato via con se. E’ decisa, determinata a riabbracciare Layla di 7 anni e Abdul Rahman di 5 anni.

Decisa ma anche cosciente delle difficoltà che il caso presenta. «Ma il padre dei bambini - spiega l’avvocato Silvia Cifone che si occupa in particolare dell’aspetto civile del caso, mentre l’avvocato Aguzzi segue il profilo penale - portandoseli via dall’Italia ha di fatto violato una sentenza del Tribunale religioso del Libano che, dopo il divorzio avvenuto, aveva affidato i due bambini alla madre. Il problema è ora riuscire a sapere dove realmente si trovino».
Ultimo aggiornamento: 16:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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