Napoli, strage in famiglia: morti marito, moglie e figlio di tre anni

Lunedì 5 Dicembre 2016
Napoli, strage in famiglia: morti marito, moglie e figlio di tre anni
Ha ucciso la moglie, fracassandole la testa, il figlio, di appena tre anni, soffocandolo nel letto, e poi si è tolto la vita, impiccandosi: una vera e propria tragedia familiare a Frattaminore, in provincia di Napoli. Secondo la ricostruzione fatta dagli investigatori della Polizia, Gennaro Iovinella, disoccupato di 50 anni, prima di togliersi la vita con una corda al collo legata alla ringhiera di una scala interna del palazzo dove abitava, ha ucciso la moglie, Caterina Perotta, di 40 anni, commessa, sbattendole la testa al muro. Gli agenti avrebbero anche sequestrato una statuetta, forse usata per colpire la donna.

Il movente della strage familiare sarebbe riconducibile ai gravi problemi di coppia ed economici che i due stavano attraversando. Il duplice omicidio, seguito dal suicidio dell'uomo, è avvenuto nel piccolo appartamento dove la coppia - originaria della vicina Frattamaggiore - abitava da qualche tempo. Il corpo della donna, è stato trovato nella cucina dell'abitazione, che si trova al civico 51 di via Liguori. Il bambino, Luigi, era invece nel letto matrimoniale, ancora in pigiama. Secondo un primo esame medico, il padre gli avrebbe stretto le mani al collo in maniera talmente forte da fratturargli alcune vertebre cervicali. A dare l'allarme è stato un vicino, che stamattina ha visto il corpo senza vita di Gennaro penzolare nelle scale.

Le forze dell'ordine, arrivate sul posto, sono poi entrate nell'abitazione del suicida. Così hanno trovato anche gli altri due cadaveri. Il piccolo Luigi era nato dopo diversi anni di matrimonio. La coppia, che voleva un bambino, non riusciva ad averne e Gennaro e Caterina si erano anche sottoposti a delle cure, poi interrotte. Alla fine, però, in maniera naturale, era il figlio è arrivato. Secondo quanto si è appreso la separazione, inizialmente consensuale, si era complicata di recente. Circa un mese fa Caterina era anche andata dai carabinieri: confidandosi con i militari si era sfogata, aveva parlato di questo rapporto conflittuale con il marito. Il tutto, però, non era stato formalizzato in una denuncia. E neppure erano emersi episodi di violenza. Gennaro era disoccupato, svolgeva qualche lavoretto, saltuariamente. Forse stava per trovare un impiego, in una ditta di pulizie. A portare avanti la famiglia era Caterina, che lavorava come commessa in un negozio di via Durante, a Frattamaggiore.

Chi conosceva la coppia la descrive come gente profondamente religiosa come peraltro dimostrano le tante immagini sacre presenti nella loro abitazione. «Non si era rassegnato alla separazione, - dicono i fratelli di Gennaro, Agostino e Sofia, quest'ultima in lacrime - voleva che il rapporto andasse avanti, almeno fino a quando Luigi non fosse diventato più grande.
Non ci sono parole per descrivere quello che è accaduto». Sull'uscio di casa, stamattina, c'era anche don Maurizio Patriciello, parroco antiroghi di Caivano (Napoli), comune che dista qualche chilometro da Frattaminore dove il prete è nato. Ha voluto recarsi in via Liguori per dare conforto ai familiari delle vittime. «Qualche segnale, quando accadono cose del genere, c'è sempre», ha detto don Maurizio. «Si volevano separare e la prima udienza di questa causa era prevista per il prossimo aprile».
Ultimo aggiornamento: 6 Dicembre, 15:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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