Napoli, arrestato il gioielliere dei vip: «Favorì la latitanza del boss Lo Russo»

Martedì 24 Gennaio 2017
Napoli, arrestato il gioielliere dei vip: «Favorì la latitanza del boss Lo Russo»
Su ordine dal Gip presso il Tribunale di Napoli, l'Antimafia ha arrestato il gioielliere napoletano Luigi Scognamiglio, titolare del noto marchio di orologi «Calabritto28», con negozi tra Chiaia e Vomero, con l'accusa di avere favorito la latitanza del boss della camorra Antonio Lo Russo.

Scognamiglio avrebbe dato supporto logistico e materiale al boss «tifoso» - fotografato a bordo campo durante alcune partite casalinghe del Napoli - durante il primo periodo della sua latitanza, mettendo a disposizione, fino alla fuga all'estero, un'abitazione in via Chiaia, fornendogli vitto, occupandosi di ogni sua esigenza personale tra cui la convocazione e l’accompagnamento di affiliati e della moglie.



Le indagini hanno consentito, in particolare, di ricostruire il “vuoto” relativo al periodo temporale che va dal maggio all'estate del 2010, quando Lo Russo si trasferì all’estero proseguendo la latitanza fino al 15 aprile 2014, data in cui venne arrestato a Nizza.

A far luce su tale periodo di “vuoto” è stato in primis lo stesso Lo Russo, che, all’indomani della sua scelta collaborativa, rendeva dichiarazioni, tra l’altro, sulle persone che avevano favorito la latitanza, tra i quali, oltre che alcuni suoi uomini fedelissimi già tratti in arresto, Luigi Scognamiglio, detto “Gigino Elite”, suo vecchio amico, originario della zona di Miano, che gli aveva messo a disposizione un’abitazione sita nel quartiere Chiaia, precisamente nei pressi del cinema Metropolitan, zona vicina ad uno dei suoi negozi ubicati nella centralissima via Calabritto.
 
Le dichiarazioni rese da Lo Russo sono state confermate dalla moglie, Anna Gargano, sottoposta agli arresti domiciliari per il reato di estorsione in relazione alla vicenda dell'imposizione del pane, che ha dichiarato tra l’altro di avere più volte incontrato il marito presso l’abitazione messa a disposizione da “Gigino Elite” che descriveva come 
«uno degli amici puliti di Tonino».

E in effetti il gioielliere, incensurato, originario di Miano, aveva nel corso degli anni spostato la sua residenza nella zona di Posillipo e la sua attività commerciale tra Chiaia e Vomero.
Anche altri collaboratori di giustizia dell’area criminale Amato-Pagano, gruppo al quale Lo Russo era legato non solo da affari relativi agli stupefacenti ma anche perché Cesare Pagano era stato suo compare di nozze, avevano indicato Scognamiglio quale soggetto che aveva favorito la latitanza di Lo Russo. 

 
Ultimo aggiornamento: 25 Gennaio, 17:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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