Ferrara, figlio massacra i genitori a colpi d'ascia: «Mi sgridavano per i brutti voti»

Mercoledì 11 Gennaio 2017
Ferrara, figlio massacra i genitori a colpi d'ascia: «Mi sgridavano per i brutti voti»
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dal nostro inviato
PONTELANGORINO (FERRARA) Il figlio di 16 anni e l'amico d'infanzia, come nelle scene a metà tra un videogioco e i film horror che popolano le loro camere, hanno ucciso il patrigno e la madre. Ad accettate, in pochissimi secondi, ma non è un raptus, è un'azione programmata, studiata, con tanto di accordo sul compenso - mille euro - e un alibi creato con un vorticoso giro di sms e messaggi whatsApp.

IL PICCOLO BORGO
C'è sgomento e incredulità a Pontelangorino, piccolo borgo di mille abitanti nel comune di Codigoro (Ferrara), cresciuto lungo una strada dritta dove non ci sono centri commerciali e resistono i piccoli negozi, che punteggiano la campagna piatta e i panorami limpidi del parco del Delta del Po. Si gela davanti alla casa bassa bianca dove sono stati trovati i corpi martoriati di un piccolo ristoratore, Salvatore Vincelli, 59 anni, e della moglie Nunzia Di Gianni, 45 anni, una coppia affiatata e benvoluta. A trovarli, martedì mattina, la sorella di Salvatore, avvisata dal figlio delle vittime. I due erano stati massacrati, l'uomo è stato trovato in un sottoscala, la moglie in camera, sul capo ferite lunghe e profonde, da ascia, i loro volti erano coperti con buste di nylon nere, da spazzatura.

DOPO SONO TORNATI A GIOCARE
I due ragazzi subito dopo il delitto, a notte fonda, sono andati a casa del 17enne a giocare con la play station. La mattina dopo, al momento del ritrovamento, il figlio sedicenne e il presunto complice non hanno saputo dare spiegazioni, farfugliando poco convincenti. Ma a vederli, così affiatati, le occhiate cupe e una serie di risposte senza emozioni, si è capito - dicono ora i carabinieri guidati dal colonnello Marco De Martino - che la soluzione era nascosta dietro a quei ragazzi normali. Non hanno retto, nella notte hanno confessato. Il primo a cedere è stato il presunto complice, l'amico di scuola e di serate a bere e fumare del figlio sedicenne della coppia, è scoppiato a piangere ed ha raccontato l'orrore: «Da tempo ci pensavamo, ma io mi sono sempre tirato indietro all'ultimo momento». Poi c'è stata la promessa di denaro, mille euro per far fuori due genitori che erano diventati invadenti e pressanti, tutti i giorni ricordavano al figlio che doveva avere buoni voti a scuola altrimenti c'era il lavoro al ristorante, vita che non piaceva per niente al ragazzo. Allora il 16enne avrebbe offerto soldi all'amico - «ma ora ti anticipo solo 85 euro» - e pianificato i dettagli. L'amico è entrato in camera da letto passando da una porta finestra lasciata aperta dal figlio delle vittime, i due stavano dormendo, erano le 3 del mattino: il giovane colpisce prima Salvatore Vincelli con un'accetta, un primo fendente molto potente alla mascella, gliela rompe, poi altri due colpi al capo. La moglie sente gridare, si sveglia, non fa in tempo a girarsi che viene uccisa da sei colpi alla testa. Il figlio avrebbe atteso in un'altra stanza che si compisse il massacro perché non aveva il coraggio di assistere. Poi il tentativo, fallito, di occultare i cadaveri. Il corpo di Nunzia viene trovato ai piedi del letto, quello del marito a dieci metri, in un altro locale di servizio, vicino a dei gradini. «Gli abbiamo messo i sacchetti di plastica in testa perché non volevamo guardarli in faccia». È stato l'amico del figlio della coppia a confessare per primo il delitto, dopo una notte di interrogatorio nella caserma dei carabinieri di Comacchio, a consegnare l'acconto ricevuto e a far ritrovare l'ascia e gli abiti sporchi in un corso d'acqua a Caprile.

I MESSAGGI
Ai militari avrebbe anche mostrato tutta la conversazione sul telefono, che proverebbe il tentativo di costruirsi un alibi e i preparativi del massacro.

Il movente è partito da questa amicizia morbosa che va avanti da 13 anni, ma non toccherebbe altre sfere se non l'insofferenza del figlio sedicenne verso i rimproveri della madre, che gli contestava da qualche giorno i cattivi voti a scuola, un istituto di Informatica. La donna gli avrebbe dato anche un paio di ceffoni, gesto vissuto dal sedicenne come un affronto. I due ragazzi sono stati sottoposti a fermo, disposto dalla Procura dei minori di Bologna per duplice omicidio aggravato.

Ultimo aggiornamento: 12 Gennaio, 14:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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