Incinta scopre di avere un tumore: Feliciana Chimenti non si cura per salvare il figlio, poi muore. Aveva 44 anni

Il dramma a Bari: la donna lascia il marito e due figli piccoli

Martedì 18 Luglio 2023 di Adalisa Mei
Incinta scopre di avere un tumore: Feliciana Chimenti non si cura per salvare il figlio, poi muore. Aveva 44 anni

Ha sacrificato sé stessa pur di dare la vita alla sua bambina. Ha commosso tutta la città la storia di Feliciana Chimenti, per gli amici Fely, titolare di un negozio nel quarterie Madonella di Bari e deceduta a causa di un tumore che aveva scoperto mentre era incinta. Per non mettere a rischio la gravidanza e per salvare la vita al piccolo che portava in grembo quindi non aveva voluto sottoporsi al percorso di cure: la donna ha lasciato il marito Gabriele e due figli piccoli.

Oggi - 18 luglio - alle 11.30 sarà celebrato il funerale presso la chiesa di San Giuseppe.

Non si cura il tumore per salvare il figlio

 

L'imprenditrice artigiana è morta a soli 44 anni nel pomeriggio di domenica, 16 luglio, all’ospedale di Grumo. Con il suo estro e maestria portava avanti la sua passione: cucire e creare. Era titolare di un negozio in via Cardassi, al numero 83, l’atelier 'Ineffetti' dove con le su mani produceva accessori e abbigliamento fatti a mano. Grandi borse, vestiti variopinti e accessori unici e colorati. Tanti bottoni utilizzati per le creazioni di collane e orecchini. Cuciva anche le cinte. Di lei ora in tanti ricordano il suo sorriso di quelli "che non si dimentica" - dicono in tanti. Davanti al suo negozio, amici e conoscenti si sono riuniti ieri mattina per ricordarla e commemorare la sua forza. E non dimenticare la scelta di salvare la bambina piuttosto che la sua vita.

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"Ricordo ancora la prima collana acquistata in una lontana notte d'estate - racconta una sua cliente - da lì poi hai creato per me una meravigliosa cinta con cravatte vintage: 'Angela scegli le cravatte che ti piacciono e io le cucio insieme per te' sono state le sue parole. Ora porterò le tue creazioni pensandoti, ciao Feliciana".

 

E ancora: "Le parole mi appartengono, forse, da quando ancora non sapevo usarle. Sono indispensabili, e curiosamente superflue in rare occasioni. Esserne padroni allora significa accucciarle nel silenzio, concedersi l'imbarazzo di non essere pronti a disciplinare emozioni e sentimenti. Adesso è quel momento". Tanti i messaggi di cordoglio. "Era una anima bella", perciò come dicono alcuni amici "è il tempo del dolore".

Ultimo aggiornamento: 24 Luglio, 08:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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