Firenze, indagati i due carabinieri denunciati per stupro dalle due studentesse

Giovedì 7 Settembre 2017
Firenze, indagati i due carabinieri denunciati per stupro dalle due studentesse
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FIRENZE Ora la procura fiorentina parla di «ricostruzione che ha elementi di fondatezza». La testimonianza delle due ragazze americane che accusano i carabinieri di averle violentate ha preso forma nei ricordi che sono riemersi con la mente lucida. Racconti più precisi che hanno portato all'iscrizione sul registro degli indagati dei due militari per violenza sessuale con l'aggravante della minorata difesa. Un reato ancora più aberrante perché esercitato su una persona che non era in grado di difendersi.

Saranno gli accertamenti tecnici e biologici a fare chiarezza fino in fondo in questa storia che sta facendo il giro del mondo, e sulla quale c'è l'impegno di tutti a ricostruire la verità. Con il passare delle ore, però, si delinea meglio il racconto. E arrivano conferme sulla presenza delle due giovani con i due uomini in divisa. A parlare sono le telecamere davanti al locale Flò nel centro storico di Firenze, e quelle immediatamente vicine all'abitazione che le studentesse condividono con tre coetanee.

LA RISSA IN DISCOTECA
Sono le 2,15 della notte tra il 6 e il 7 settembre. La discoteca chiede l'intervento dei carabinieri per una rissa. Sono tre le pattuglie che raggiungono piazza Michelangelo. La situazione torna calma, ma le ragazze americane restano sul marciapiede in attesa di un taxi che non si trova. Sono a Firenze da poche settimane, e stanno frequentando un corso di orientation, lezioni che le forze dell'ordine tengono all'inizio di ogni anno scolastico per mettere in guardia gli studenti stranieri dalle insidie che la notte troppo spesso offre. Hanno 19 e 21 anni, una risiede nel Maine, l'altra è di origine peruviana e vive nel New Jersey. Come tutte le giovani della loro età amano divertirsi.

ALCOL E SPINELLI
Quella sera hanno bevuto, e tanto, si sono fatte uno spinello. E quando i carabinieri sull'auto di servizio si offrono di accompagnarle a casa, dicono subito di sì. Ai magistrati spiegheranno di averlo fatto perché si sentivano tranquille.
La gazzella con a bordo le quattro persone raggiunge Borgo Santi Apostoli e ci resta per venti minuti circa. Viene ripresa mentre si allontana intorno alle 3,13.
Cosa è successo? Come sono andati realmente i fatti? Per saperlo bisognerà aspettare i risultati del Dna e tutti gli altri accertamenti. I pm daranno l'incarico la prossima settimana e parteciperanno anche i periti nominati dagli indagati. Le due giovanissime, però, ricordano minuti di terrore. «Non ho fatto in tempo a entrare nell'androne del palazzo - dice una di loro ai magistrati - che il più anziano dei due mi è saltato addosso. Non ho reagito, avevo paura perché portava la pistola». L'altra, invece, ha ricordi sfocati: «Ero troppo intontita. Ero strafatta di alcol e droga. Per quello non sono stata in grado di difendermi». Nei loro ricordi, la violenza avviene vicino all'ascensore e anche sul pianerottolo dell'abitazione. I gesti sono energici, aggressivi, e le ragazze non riescono a contrastarli. Poi i due vanno via.

E allora bussano alla porta di casa piangendo a dirotto. Sono state le amiche a chiamare il tutor dell'università e la polizia. Sono intervenuti gli uomini della squadramobile ed è stato avvertito il questore Alberto Intini.

Le studentesse sono state portate in ospedale ed è stato riscontrato che avevano avuto realmente un rapporto sessuale. Nel frattempo, la Scientifica ha sequestrato gli indumenti e ha rilevato moltissime tracce biologiche all'interno del palazzo.

IL MINISTRO CHIEDE CHIAREZZA
C'è necessità di fare chiarezza e in fretta.

Lo chiede il ministro Roberta Pinotti e anche gli americani. «Gli accertamenti sono ancora in corso - ha dichiarato il responsabile della Difesa - ma risulta una qualche fondatezza rispetto alle accuse che vengono mosse. Qualora fosse così si tratterebbe, e il condizionale è d'obbligo, di un episodio gravissimo». Dagli Usa, i toni sono ancora più preoccupati: «Prendiamo queste accuse molto seriamente - hanno comunicato dal Dipartimento di Stato - i nostri uffici all'estero sono sempre pronti ad assistere cittadini Usa vittime di crimini che cercano assistenza dalle nostre ambasciate e dai nostri consolati».

Ultimo aggiornamento: 9 Settembre, 08:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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