Per salvarsi dalle botte del compagno, una donna di 50 anni residente a Casamicciola Terme, nel napoletano, ha inviato a un'amica un comunissimo simbolino via WhatsApp: un pollice all'insù. Significava che stava venendo di nuovo picchiata. Quel messaggio in codice, dunque, non voleva dire "ok va bene", bensì far suonare un allarme per la situazione di pericolo in atto. Le due amiche avevano concordato quel segnale di Sos per via dei continui soprusi a cui veniva sottoposta una delle due.
Il piano ha funzionato: una volta ricevuto il messaggio, l'amica della vittima ha immediatamente chiamato i carabinieri.
L'intervento decisivo della figlia di 12 anni
Ma alla buona riuscita del blitz, non hanno contribuito solo la complicità di un'amica fidata e un messaggio in codice. Anche la figlia della coppia, di appena 12 anni, ha avuto un ruolo cruciale: animata da un coraggio fuori dal comune, la ragazzina si era frapposta tra il padre e la madre, nel tentativo di proteggere quest'ultima dalle botte. All'arrivo dei militari, la madre aveva detto loro che andava tutto bene, nonostante avesse il viso rigato di lacrime e un occhio nero. A quel punto, però, è intervenuta la 12enne: «Arrestate papà perché picchia la mamma», la frase che ha fatto intuire ai carabinieri che il violento si trovava ancora in casa. E infatti, lo avrebbero catturato subito dopo, mentre tentava di scappare dal retro dell'abitazione.
Secondo quanto emerso, la 50enne ha subito due pugni alle tempie e uno sull'occhio destro, a seguito dell'aggressione da parte del compagno. L'ultima di una serie durata anni.