In Vaticano summit di economisti e Premi Nobel per riflettere su come limitare i danni della finanza

Lunedì 12 Settembre 2016 di Franca Giansoldati
In Vaticano summit di economisti e Premi Nobel per riflettere su come limitare i danni della finanza
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Città del Vaticano Economisti, un Premio Nobel per l'economia e diversi accademici la prossima settimana si riuniranno a Roma per riflettere sulla visione economica di Papa Francesco: più economia e meno finanza, più etica e meno deregulation. Già nel titolo del convegno è condensato il pensiero contenuto nella sua enciclica Laudato Si: "Verso una
 economia più umana e giusta. Un nuovo paradigma economico 
inclusivo in un contesto di disuguaglianze crescenti". A presentarlo stamattina sono stati il cardinale Gianfranco
 Ravasi, presidente del Pontificio consiglio per la cultura,
dall’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, Daniele
 Mancini, e e Giuliano Amato, presidente della Fondazione
"Cortile dei gentili".

"Lo sviluppo sostenibile 
sta diventando uno slogan debordante. Per anni è stato solo 
sinonimo di sviluppo ambientalmente positivo e che non danneggia 
il creato ma, grazie all’attuale pontefice, sostenibile oggi è 
anche tutto ciò che si occupa delle fasce più povere della 
popolazione" ha introdotto Amato. Ne parleranno il premio Nobel per l’economia Angus Deaton, e 
gli economisti Jean-Paul Fitoussi e Dominique Yvan der 
Mensbrugghe. Naturalmente a tutti è chiaro che la "crescita spaventosa delle 
diseguaglianze (visto che pochi hanno aumentato i redditi dei loro 
patrimoni e in tanti sono andati indietro e ancora di più sono 
stati quelli che già erano indietro e oggi lo sono ancora di più)” impone una correzione di rotta delle politiche, ha spiegato Amato, aggiungendo che “la grande fuga dalla povertà 
c’è stata, ma non per tutti". Un modo per sottolineare che la "prevalente finanziarizzazione 
dell’economia mondiale" che sta creando più 
di un problema a livello internazionale. "Attualmente - ha aggiunto il cardinale 
Gianfranco Ravasi - viviamo in una sorta di bulimia degli 
strumenti economici ma di anoressia dei fini. Tutti sostengono 
che l’economia non è finanza ma con poche conseguenze pratiche. 
Dobbiamo sempre ricordare che in questa grande città che è il 
mondo non ci sono solo i quartieri ricchi..."
Ultimo aggiornamento: 13 Settembre, 09:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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