Sanità, via alle cure senza frontiere:
il paziente potrà spostarsi nella Ue

Sabato 1 Marzo 2014 di Carla Massi
Beatrice Lorenzin
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Cure “senza frontiere” in Europa. Il Consiglio dei ministri, ieri, ha dato l’ultimo via libera perch anche l’Italia diventi un paese in grado di importare ed esportare pazienti. Nel senso che gli italiani, con regole scritte nero su bianco e con direttive precise sui rimborsi, potranno andare a farsi operare (con permesso) in un ospedale tedesco o francese e gli olandesi o gli spagnoli avranno l’opportunità di arrivare nelle nostre corsie. Superando tutte le limitazioni che ci sono state fino ad oggi. Una “circolazione” dei malati così come prevede una direttiva comunitaria entrata in vigore ad ottobre scorso.



CONCORRENZA FRA STRUTTURE

Il decreto varato ieri permette ora all’Italia di essere pronta e mettere in moto questa, non semplice, macchina organizzativa. In puro burocratese l’accordo europeo si chiama “assistenza transfrontaliera”. Una sorta di Trattato di Schengen della salute. Regolato da norme identiche in tutti i paesi. Nella realtà significa che gli ospedali si metteranno in concorrenza, che i malati potranno chiedere la consulenza di un medico o di una struttura straniera e che le Regioni avranno il compito di dare l’ok oppure no. Non si potranno superare i confini, però, se si ha bisogno di una degenza lunga, di un trapianto o delle vaccinazioni.



Da qui la nascita dei “Contact point”, delle commissioni di valutazione, sia al ministero sia nelle amministrazioni locali. Uno snodo che servirà a far uscire i nostri pazienti e far entrare quelli stranieri. Ed è proprio partendo da questo punto il ministro della Salute Lorenzin ha spiegato l’operazione “senza frontiere”: «Se il nostro sistema riuscirà ad essere competitivo in Europa e ad attrarre, per la qualità e l’efficienza, i pazienti degli altri paesi avremo l’opportunità di nuove entrate finanziarie. Una sfida da cogliere, consentirà di far valere le nostre eccellenze in ambito comunitario».



SUBITO UN SITO WEB ATTIVO

La direttiva obbliga a fornire al pubblico, attraverso “uno o più punti di contatto nazionali” tutte le informazioni sulle procedure di rimborso, sugli standard di qualità dei vari ospedali e sull’affidabilità dell’assistenza. Lunedì verrà aperto un sito (www.dovesalute.gov) che consentirà, spiegano al ministero, «di facilitare l’uso dei servizi sanitari e sociosanitari, rendendo disponibili i dati sulle caratteristiche strutturali, funzionali e di attività delle strutture che costituiscono la nostra rete sanitaria. Informazioni trasparenti per gli stranieri e per i pazienti italiani.



La conoscenza delle diverse strutture potrebbe riuscire a ridurre lo spostamento dei pazienti da una regione all’altra ma anche i viaggi verso l’estero. «Bisogna che l’accordo sia chiaro fin dall’inizio - precisa il ministro - Ci saranno limitazioni dovute alla regolazione tra i paesi sui budget. Quindi, ci sarà un limite in entrata e in uscita come il mantenimento dei costi per evitare nuovi oneri per le casse dei diversi paesi. Le limitazioni non andranno contro la libertà del cittadino di potersi spostare. Le richieste devono rispondere a determinati parametri, uno, ad esempio, è quello del costo».



L’Italia, a sentire gli esperti che conoscono le nostre corsie e quelle straniere, sono convinti che il nostro valore aggiunto sia anche nella cultura del benessere, nella diffusione del “giusto mangiare”. «Noi - è il commento di Walter Ricciardi ordinario di Igiene alla Cattolica ma anche presidente di tutte le Società di sanità pubblica dei paesi europei - possiamo offrire anche altro oltre alla salute, la giusta alimentazione. C’è bisogno di attrarre i pazienti, lavorando sulla comunicazione prima che arrivino».
Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 10:12

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