Rai, dai direttori ai manager: ecco gli stipendi

Domenica 24 Luglio 2016 di Marco Castoro
Rai, dai direttori ai manager: ecco gli stipendi
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Da domani la Rai sarà molto più vicina alla Bbc. Questa volta nei fatti, non solo nei buoni propositi. Con l'operazione trasparenza, infatti, l'azienda di Viale Mazzini non nasconderà più i compensi di direttori, dirigenti e dei consulenti. Nessun segreto su appalti, bilanci e investimenti. Tutti dati consultabili sul sito online. Da domani pomeriggio, dopo che il cda sarà stato informato, il piano trasparenza - voluto dalla nuova legge di riforma della Rai - diventerà operativo. Online compariranno gli stipendi che superano la soglia di 200 mila euro.

Visibili anche i dati sugli incarichi di consulenza che oltrepassano gli 80 mila euro. Il dg Antonio Campo Dall'Orto oggi pomeriggio (alle 16 e 30 a Viale Mazzini assieme al presidente Monica Maggioni) illustra alla stampa l'operazione trasparenza. E il fatto che una conferenza stampa sia stata indetta di domenica 24 luglio la dice lunga su quanto sia importante per i vertici Rai questo snodo che rende la tv di Stato più trasparente in confronto ad altre aziende pubbliche che non svelano i compensi dei manager (spesso ben più alti di quelli di Viale Mazzini).
 
I FANTASMI DEL PASSATO
La lista di chi percepisce compensi superiori ai 200 mila euro lordi annui è ben lunga. A far saltare il banco sono gli stipendi che da anni continuano a essere pagati, nonostante chi li percepisce non abbia incarichi attuali, ma grazie a cause, diritti acquisiti, contratti a tempo indeterminato e agli errori di gestione che non hanno provveduto a ricollocamenti, consoni con il ruolo, dopo aver provveduto alle rimozioni (spesso per motivi politici). Sta di fatto che nel bilancio delle spese la Rai deve trascinare una pesante palla al piede come i contratti dell'ex dg Lorenza Lei (che però l'ex direttore generale Luigi Gubitosi riuscì a ridurre di oltre il 60%), dell'ex direttore di Raiuno Mauro Mazza, di Anna La Rosa, di Carmen Lasorella, di Francesco Pionati, delle sentenze di Alfredo Meocci e Sandro Testi. E altri ancora. Tutti oltre la soglia dei 200 mila l'anno.

I CONTRATTI
E tuttavia se si guardano i contratti stipulati dall'inizio degli anni Duemila fino al 2012 si vedono cifre ben più alte rispetto a quelle odierne. Quando entrò in vigore il tetto dei 240 mila euro fissato dal governo, l'allora dg Gubitosi adeguò i compensi alle nuove disposizioni e si fece restituire la differenza da chi sforava (più di qualcuno utilizzò le ferie arretrate come saldo). Poi però l'emissione del bond da 300 milioni e la quotazione in Borsa di RaiWay consentì di riadeguare alcuni stipendi ai livelli di mercato. In linea di massima possiamo dire che tra i più pagati c'è Campo Dall'Orto (con circa 600 mila euro, il doppio del compenso annuale del presidente Maggioni che arriva a 300 mila con i rimborsi da consigliere), seppure non sia in cima alla graduatoria dei manager delle aziende pubbliche.

Stipendi intorno ai 350 mila per i dirigenti che sono ai vertici delle consociate (tipo RaiCinema, RaiPubblicità) e per la vecchia guardia (Leone e Marano) che si è vista negli ultimi anni tagliare i compensi, rimasti comunque tra i più alti. Superano i 200 mila annui tutti i direttori dei Tg. Bianca Berlinguer e Mario Orfeo (che però guadagnava di più come direttore di carta stampata e resta molto lontano dai 540 mila di Augusto Minzolini) sono i più pagati nella fascia intorno ai 300 mila, seguiti da Antonio Di Bella (RaiNews) che non arriva a 300 mila, ma supera 250, sfiorati ma non raggiunti da Mucciante (Giornale radio) e Marcello Masi (Tg2). Tutti tg che fanno più ascolti di Enrico Mentana che però a La7 arriva al milione (700 mila Clemente Mimum al Tg5).

Oltre i 200 mila, ma sotto i 300, anche i direttori di rete (pure quelli rimossi tipo Andrea Vianello), di Rai Fiction (Eleonora Andreatta), della Comunicazione (Giovanni Parapini), delle Risorse televisive (Andrea Sassano), del Canone (Marco Zuppi) e di RaiSport (Gabriele Romagnoli).

Non erano dunque illazioni quelle che circolavano a proposito di alcuni alti stipendi Rai. Per avere una pietra di paragone, basti dire che l'ex dg Gubitosi, assunto dal governo Monti con uno stipendio di 650 mila euro, si adeguò senza esitazione al tetto dei 240 mila euro quando il governo Renzi varò la nuova regola. Una cifra che restò tale anche dopo il collocamento del bond Rai da 300 milioni che pure lo avrebbe autorizzato ad aumentarsi la busta paga ai ben più alti livelli che corrono sul mercato per ruoli analoghi.

Ultimo aggiornamento: 25 Luglio, 18:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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