Il Papa: «Sfruttare i lavoratori è un peccato mortale, “sanguisuga” chi approfitta dei poveri»

Giovedì 19 Maggio 2016 di Franca Giansoldati
Il Papa: «Sfruttare i lavoratori è un peccato mortale, “sanguisuga” chi approfitta dei poveri»
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CITTA' DEL VATICANO Gli imprenditori che si arricchiscono con il lavoro nero sono tante sanguisughe, squallidi schiavisti, trafficanti di gente. Papa Francesco torna a condannare la deriva morale che colpisce coloro che non riconoscono il lavoro altrui garantendo al lavoratore il giusto compenso. “È peccato mortale” ha detto stamattina alla messa mattutina di Santa Marta. Commentando le letture della liturgia odierna ha tuonato: “Ora voi, ricchi: piangete e gridate per le sciagure che cadranno su di voi! Le vostre ricchezze sono marce. Il salario dei lavoratori che hanno mietuto sulle vostre terre, e che voi non avete pagato, grida, e le proteste dei mietitori sono giunte agli orecchi del Signore onnipotente”. Il problema per il Papa non sono tanto le ricchezze che “in sede stesse sono buone”.

Il denaro resta uno strumento, e dipende dall'uso che se ne fa.

Gli utili che sono reinvestiti per creare impiego e per fare crescere la società sono un elemento positivo. Il problema è intaccare il cuore con l'idolatria del vitello d'oro di biblica memoria perché “non si può servire Dio e le ricchezze”. Insomma è a un passo dal baratro chi accumula ricchezze “con lo sfruttamento della gente”. Il Papa ai fedeli ha poi raccontato un aneddoto di una ragazza che aveva trovato un lavoro da 11 ore al giorno a 650 euro in nero. La ragazza fece notare al datore di lavoro che in quel modo non avrebbe campato. “Se vuoi prendilo, se no, vattene. Dietro di te c’è la coda!”. Ecco queste persone come tanti altri “ingrassano in ricchezze”. “Il sangue di tutta la gente che avete succhiato” e di cui “avete vissuto, è un grido al Signore, è un grido di giustizia. Lo sfruttamento della gente oggi è una vera schiavitù. Pensavamo che gli schiavi non esistessero più: esistono. È vero, la gente non va a prenderli in Africa per venderli in America: no! Ma è nelle nostre città. E ci sono questi trafficanti, questi che trattano la gente con il lavoro senza giustizia”.





Sfruttare i lavoratori è un «peccato mortale». È il forte monito che Papa Francesco torna a ribadire nella quotidiana messa celebrata a Santa Marta. Il Pontefice, nell'omelia di cui riferisce Radio Vaticana, paragona gli sfruttatori dei lavoratori a delle sanguisughe. «Quando le ricchezze si fanno con lo sfruttamento della gente, i ricchi che sfruttano, sfruttano il lavoro della gente e quella povera gente diviene schiava», denuncia con forza il Papa. La sua riflessione va alla realtà di oggi: «In tutto il mondo accade lo stesso. Voglio lavorare - Bene: ti fanno un contratto. Da settembre a giugno. Senza possibilità di pensione, senza assicurazione sanitaria... a giugno lo sospendono e luglio e agosto devi mangiare aria e a settembre te lo ridanno». Il Pontefice non la manda a dire a questo genere di datori di lavoro. Questi che fanno questo sono vere sanguisughe e vivono dei salassi del sangue della gente che rendono schiavi del lavoro».

È amara la constatazione del Papa: «Noi pensavamo che gli schiavi non esistessero più: esistono. La gente non va a prenderli in Africa per venderli in America. È nelle nostre città. Ci sono questi trafficanti, questi che trattano la gente con il lavoro senza giustizia». Pensando al dramma di oggi, il Pontefice elenca «lo sfruttamento della gente, il sangue di questa gente che diventa schiava, i trafficanti di gente e non solo quelli che trafficano le prostitute e i bambini ma quel traffico più 'civilizzatò. Che il Signore ci faccia capire la semplicità che Gesù ci dice nel Vangelo di oggi: è più importante un bicchier d'acqua in nome di Cristo che tutte le ricchezze accumulate con lo sfruttamento della gente».

Ultimo aggiornamento: 21 Maggio, 22:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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