Assisi, Mattarella: «Dialogo della cultura può prevalere sull'oscurantismo»

Domenica 18 Settembre 2016
Assisi, Mattarella: «Dialogo della cultura può prevalere sull'oscurantismo»
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Una risposta al terrorismo ci può essere ed è il dialogo. Da qui occorre ripartire per rispondere a chi vuole sgretolare la convivenza tra le persone e i popoli. Da Assisi, per tre giorni capitale della pace, con oltre cinquecento leader di tutte le religioni in preghiera e dialogo, arriva forte il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Lo scontro con la violenza estremista è anche uno scontro culturale. E quindi la cultura può prevalere sull'oscurantismo», ha detto il Presidente che ha presenziato all'incontro inaugurale di «Sete di Pace», l'evento organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio, dalla diocesi di Assisi e dalle Famiglie Francescane a trent'anni dalla Giornata Mondiale di Preghiera voluta da Giovanni Paolo II.

«Il dialogo tra le religioni, tra credenti e non credenti, il dialogo della cultura, può molto, più di quanto sembri», ha aggiunto Mattarella che questa mattina, in un messaggio per la Giornata della Cultura ebraica, aveva messo in evidenza come «oggi tutte le culture e le fedi religiose sono chiamate a un dialogo decisivo per difendere i valori dell'umanità e contrastare e sconfiggere il terrorismo e la violenza». E ad Assisi martedì è atteso Papa Francesco. C'è «guerra dappertutto nel mondo» e «oggi più che mai abbiamo bisogno di pace», ha detto oggi all'Angelus parlando proprio della sua prossima visita nella cittadina di San Francesco. «Invito le parrocchie, le associazioni ecclesiali e i singoli fedeli di tutto il mondo a vivere quel giorno come una Giornata di preghiera per la pace. Preghiamo per la pace! Sull'esempio di san Francesco, uomo di fraternità e di mitezza, siamo tutti chiamati ad offrire al mondo una forte testimonianza del nostro comune impegno per la pace e la riconciliazione tra i popoli».

Assisi diventa dunque il faro contro il terrore e da qui parte il messaggio che un altro mondo è possibile. «Molte volte - ha confidato il fondatore di Sant'Egidio Andrea Riccardi -, di fronte ad atti terribili, di fronte a conflitti, ci siamo sentiti dire: ma a che serve il vostro dialogo? Si potrebbe dire: a che serve la preghiera? Come sarebbe terribile il mondo senza il dialogo e la preghiera!». E il presidente della Comunità, Marco Impagliazzo, ha chiesto che «la voce di pace sia più forte e audace perché deve parlare anche nel nome di chi non ha voce perché è sopraffatto dalla guerra e dalla violenza». Sull'importanza fondamentale del dialogo per costruire la pace, ma anche per tutelare l'ambiente, ha parlato anche il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I: «Il più piccolo seme di pace può avere un impatto grandissimo sul mondo». Ad aprire la giornata la celebrazione del vescovo di Assisi, mons.

Domenico Sorrentino che ha messo in evidenza come «bisogna far forza sulla leva della preghiera».
Sulla stessa linea d'onda padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi: «La preghiera è il battito della vita. La vita permette di affrontare ogni cosa con speranza». Commovente infine la testimonianza del vescovo di Rouen, mons. Dominique Lebrun. Ha parlato mostrando dal leggio la foto di padre Jacques Hamel, il prete assassinato nella sua diocesi. Ma ha chiesto che il suo martirio non si usato come «una bandiera» per combattere gli altri. Anzi, ha concluso con una frase choc: «Chiedo la grazia di amare gli uomini dell'Isis come fratelli, il che vuol dire che voglio incontrarli nel Regno dei Cieli».
Ultimo aggiornamento: 19 Settembre, 16:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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