La lotta ambientalista compatta cattolici e ortodossi, nasce un movimento mondiale

Giovedì 1 Settembre 2016 di Franca Giansoldati
La lotta ambientalista compatta cattolici e ortodossi, nasce un movimento mondiale
7
Città del Vaticano - La lotta ambientalista compatta i cristiani. In attesa di un accordo per festeggiare nello stesso giorno la Pasqua (visto che ortodossi, protestanti e cattolici sono divisi anche su questo) è l'emergenza per salvare il pianeta a rafforzare l'unità. Si celebra oggi, in modo congiunto, la “Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato”, in pratica una corale denuncia contro “lo sfruttamento irresponsabile del pianeta”. Deforestazione, inquinamento, abuso delle risorse idriche, maxi dissesti idrogeologici dovuti alla cementificazione selvaggia, soprusi, corruzione di tanti governi africani, depauperamento del patrimonio marittimo, desertificazione crescente. Insomma il quadro è allarmante. I  danni al Creato stanno avvicinando sempre di più le religioni, attirando l’attenzione sulla crisi morale e spirituale che sta alla base del degrado ambientale.

In passato c'erano stati momenti di riflessione ecumenica organizzati dal patriarca di Costantinopoli o dai frati di Assisi, o ancora dagli Anglicani. Mai un momento unitario. Stavolta invece l'iniziativa che è totale e ha l’appoggio del Consiglio Mondiale delle Chiese, ha ispirato un fronte unico. Sono troppi i poveri causati dalla devastazione ambientale. “Cristiani e non, persone di fede e di buona volontà, devono essere uniti nel dimostrare misericordia verso la nostra casa comune – la terra – e valorizzare pienamente il mondo in cui viviamo come luogo di condivisione e di comunione” si legge in un messaggio diffuso stamattina del Vaticano.

La terra grida. "Dio ci ha fatto dono di un giardino rigoglioso, ma lo stiamo trasformando in una distesa inquinata di macerie, deserti e sporcizia". A nessun cristiano è consentito fare come Ponzio Pilato, lavarsi le mani. “Non possiamo arrenderci o essere indifferenti alla perdita della biodiversità e alla distruzione degli ecosistemi, spesso provocate dai nostri comportamenti irresponsabili ed egoistici. Per causa nostra, migliaia di specie non daranno gloria a Dio con la loro esistenza né potranno comunicarci il proprio messaggio. Non ne abbiamo il diritto». Il pianeta continua a riscaldarsi, e questo provoca siccità, inondazioni, incendi ed eventi meteorologici estremi sempre più gravi. I cambiamenti climatici contribuiscono anche alla straziante crisi dei migranti forzati. I poveri nel mondo, che pure sono i meno responsabili dei cambiamenti climatici, sono i più vulnerabili e già ne subiscono gli effetti". Serve un esame di coscienza collettivo per cambiare rotta. Come? Tanto per cominciare, insistono le Chiese cristiane, "bisogna iniziare ad avere comportamenti concreti più rispettosi del creato, come ad esempio fare un uso oculato della plastica e della carta, non sprecare acqua, cibo ed energia elettrica, differenziare i rifiuti, trattare con cura gli altri esseri viventi, utilizzare il trasporto pubblico e condividere un medesimo veicolo tra più persone, e così via. Non dobbiamo credere che questi sforzi siano troppo piccoli per migliorare il mondo".

Infine i Governi. L'appello alla politica riguarda il rispetto degli impegni che “si sono assunti, mentre le imprese devono fare responsabilmente la loro parte, e tocca ai cittadini esigere che questo avvenga, anzi che si miri a obiettivi sempre più ambiziosi”. 
Ultimo aggiornamento: 2 Settembre, 18:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci