Quattro cardinali contro Papa Francesco: «Troppa confusione sulla comunione ai divorziati»

Lunedì 14 Novembre 2016 di Franca Giansoldati
Quattro cardinali contro Papa Francesco: «Troppa confusione sulla comunione ai divorziati»
5
Città del Vaticano - La comunione ai divorziati risposati e le aperture di Papa Bergoglio continuano ad essere oggetto di proteste, di maldipancia, di contestazioni più o meno pubbliche. L’ultimo atto contro l’Amoris Laetitia, il documento post-sinodale con il quale Francesco aveva invitato i vescovi ad essere meno rigidi nel valutare le coppie risposate e ad ammetterle alla comunione previo un percorso di fede, è rappresentato da una dura lettera firmata da quattro cardinali, conosciuti per avere sempre avuto posizioni ultra ortodosse. Burke, Brandueller, Caffarra e Meisner, i firmatari del testo, contestano al Papa di essere stato poco chiaro, di avere sollevato dubbi e confusioni tra i fedeli e tra gli stessi parroci, i quali si trovano disorientati ad armonizzare il nuovo spirito inclusivo con le norme rigorose del magistero precedente. Giovanni Paolo II, spiegano, aveva stabilito che la comunione si potesse dare ai coniugi divorziati e risposati solo se “cessavano di vivere assieme come marito e moglie, astenendosi dagli atti che sono propri degli sposi”. Insomma, niente sesso.  

I quattro cardinali avevano già inoltrato in precedenza al pontefice una riflessione simile, ma non avendo ottenuto alcuna risposta, hanno deciso di non demordere, reiterando i quesiti. “A noi sottoscritti ma anche a molti vescovi e presbiteri, sono pervenute numerose richieste da parte dei fedeli di vari ceti sociali sulla corretta interpretazione da dare al capitolo VIII della Amoris Laetitia. Con profondo rispetto ci permettiamo di chiederle di dare benevola risposta ai ‘dubia’”. I dubbi.

Brandmueller, Burke, Caffarra e Meisner precisano di volersi sottrarre al solito clichè dei conservatori e dei progressisti, perché, scrivono, “sarebbe fuori strada”. “Siamo profondamente preoccupati del vero bene delle anime, e non di far progredire nella Chiesa una qualche forma di politica. Vogliamo sperare che nessuno ci giudichi ingiustamente avversari del Santo Padre e gente priva di misericordia”. Per loro anche le coppie divorziate e risposate più consolidate continuano ad essere bollate come “conviventi more uxorio”, insomma dei fedifraghi, degli adulteri che vivono in una condizione oggettiva di peccato grave, perché il sacramento del matrimonio non è annullabile (salvo rarissimi casi). A loro giudizio la Veritatis Splendor di Giovanni Paolo II impedisce una interpretazione creativa del ruolo della coscienza che non è mai autorizzata a legittimare eccezioni nelle norme morali assolute che proibiscono azioni intrinsecamente cattive per il loro oggetto.
Ultimo aggiornamento: 15 Novembre, 17:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci