David Bowie oltre la musica
​in mostra oggetti e vestiti

Sabato 16 Luglio 2016 di Sara De Vido
David Bowie oltre la musica in mostra oggetti e vestiti
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Non solo la musica, ma anche gli oggetti, gli abiti, i pezzi di carta sbiaditi dal tempo parlano di un artista, mostrano la sua eccentricità, rivelano tratti di una vita trascorsa sul palcoscenico. Così, la tuta scintillante che David Bowie - indimenticabile musicista, polistrumentista, attore, performer inglese recentemente scomparso all'età di 69 anni - indossava nel 1972 per cantare «Starman» al famoso programma musicale «Top of the Pops», è diventata un pezzo da museo. E si aggiunge ai circa trecento oggetti che compongono «David Bowie is», mostra realizzata dal Victoria and Albert Museum nel 2013 che è stata appena aperta al MAMbo di Bologna dopo aver collezionato successi in tutto il mondo.
Ad oggi sono 1,3 milioni i visitatori che hanno potuto ammirarla. E non si tratta di una mostra «in memoria di», come si potrebbe immaginare. A posteriori, potremmo dire che essa costituisce un'altra parte del «testamento» che Bowie ha voluto lasciare ai fan di tutto il mondo.
Era stato infatti lo stesso Bowie a consentire l'accesso ai suoi averi: testi scritti a mano, costumi di scena, fotografie, allestimenti scenografici, copertine di album e raro materiale delle sue esibizioni. Tutti, tranne uno. Come riporta The Guardian, infatti, Bowie rifiutò di concedere al famoso museo londinese il sassofono che il padre gli aveva regalato da adolescente: dove tutto ebbe inizio.
La mostra conduce il visitatore all'interno del processo creativo del Duca Bianco, descrivendo le relazioni tra arte, design, teatro e cultura contemporanea. Il ritratto che ne esce è quello di un artista deciso, innovativo, visionario ed imprevedibile, che ha lasciato tracce indelebili nella cultura visiva e pop.
E per far capire quanto gli oggetti parlino da sè, basti ricordare che David Bowie consentì l'utilizzo dei suoi beni ma senza fornire alcuna spiegazione. Tutto nelle mani dei curatori del Victoria and Albert Museum dunque, che hanno deciso di dividere la mostra in tre sezioni: i primi anni di vita e di carriera di David Robert Jones, poi Bowie, in una Londra in evoluzione, quella degli anni Sessanta, per arrivare alla svolta determinata dal singolo «Space Oddity» del 1966. La seconda parte rivela il processo creativo e le fonti di ispirazione di Bowie.
La terza fa entrare lo spettatore nel mondo dei grandi concerti dal vivo: sono previste presentazioni audio e video, l'esposizione di costumi di scena e oggetti appartenenti all'artista. Una mostra unica nel suo genere, che mette in luce la vita e l'universo di un artista che ha esteso i confini della musica appassionando più generazioni.
Intanto sui social ha già preso il via l’originale 'iniziativa #OmaggioABowie che invita tutti i fan del Duca Bianco a raccontare il proprio legame con l'artista attraverso un'immagine o un testo di omaggio. I pensieri più originali saranno pubblicati e condivisi sulle pagine social ufficiali dell'evento. La mostra resterà aperta fino al 13 novembre. I curatori della mostra sono Victoria Broackes e Geoffrey Marsh. Prevendita dei biglietti: www.davidbowieis.it
 
Ultimo aggiornamento: 15:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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