Camera, sì processo e prescrizione brevi
Bersani: passo del governo verso l'abisso

Mercoledì 13 Aprile 2011
La protesta del Pd (foto Mauro Scrobogna - Lapresse)
ROMA - La Camera ha approvato stasera il processo breve con 314 voti a favore e 296 contrari, dopo tre settimane di acceso dibattito. Il ddl torna al Senato per la terza lettura. Finalmente una legge che mette l'Italia al passo con l'Europa, ha commentato soddisfatto Silvio Berlusconi con i deputati che lo hanno chiamato per informarlo dell'approvazione. Una soddisfazione legata anche alla tenuta della maggioranza che in questi due giorni ha dato prova di una reale compattezza, secondo il premier, per il quale è stata l'opposizione a fare una pessima figura. Tra l'altro, sempre secondo il premier, i voti in più che ha ottenuto la maggioranza dimostrano che quota 330 è un obiettivo concreto.



La maggioranza riesce ad approvare il testo che di fatto riduce i tempi della prescrizione per gli incensurati non ancora colpiti da una sentenza di primo grado. Lo scarto tra gli schieramenti è quasi sempre di 16 voti, ma aumenta a favore del centrodestra quando si passa al voto segreto (316 no contro 288 sì). Si apre così la caccia ai Giuda come li chiama il leader dell'Idv Antonio Di Pietro, ma senza prove certe nessuno si sbilancia. Solo il capogruppo dei Responsabili Luciano Sardelli avverte: «Il voto di oggi dimostra che il nostro gruppo sta per allargarsi...». Nelle opposizioni le assenze si fanno sentire. Tra le più evidenti quelle di alcuni esponenti dell'Udc come Luca Volontè e Ricardo Merlo (assenti dall'inizio delle votazioni), ma anche tra i banchi di Fli spesso mancano voti. Italo Bocchino e Chiara Moroni, ad esempio, arrivano in Aula quasi solo per quello finale.



Secondo il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini potrebbero anche esserci delle sorprese perchè «il provvedimento - a suo avviso - non reggerà alle successive verifiche istituzionali».



Il Quirinale starebbe seguendo con una certa attenzione la vicenda, anche alla luce delle osservazioni fatte dal Csm. Di Pietro invece non ha dubbi: il testo è «palesemente incostituzionale». La maggioranza per ora preferisce parlare di «vittoria» e pensa ai prossimi appuntamenti il primo dei quali dovrebbe essere quello dell'emendamento Mugnai depositato al Senato dal capogruppo Pdl in commissione Giustizia Franco Mugnai al ddl sul giudizio abbreviato per i condannati all'ergastolo. La Lega non sarebbe entusiasta della norma benchè in commissione abbia detto sì.



«Il governo nella coscienza degli italiani ha fatto un passo verso l'abisso. Ora sta a noi far comprendere la vergogna di questo provvedimento che dimostra l'assoluto disprezzo verso i problemi veri del paese», commenta il segretario del Pd Pier Luigi Bersani.



Bossi: «Questo voto ci dice che i numeri ci sono. Non arriviamo a 330? Sempre meglio di niente», dice il leader leghista dopo il voto finale sul processo breve. E alla domanda sul timore di scarcerazioni per effetto della legge, Bossi aggiunge: «sono tutti giochi di prestigio della sinistra che ha fatto questa battaglia alla morte». Lasciando la Camera ai giornalisti che gli chiedevano se il Carroccio con questo voto abbia ingoiato un rospo amaro o abbia votato con piacere, il Senatur si è limitato a rispondere: «Abbiamo votato».



La seduta si è conclusa con i deputati dell'opposizione che mostravano la Costituzione verso i banchi della maggioranza e, subito dopo la proclamanzione del risultato, con l'esposizione di cartelli che ricordano quali e quanti processi finiranno sul binario morto della prescrizione. La temperatura dell'aula era salita solo nel momento in cui il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto ha letto un passo del libro di Antonio Di Pietro sulla stagione di Tantentopoli. L'attuale leader dell'Idv, allora pm del pool di Milano, ricostruiva il percorso della tangente pagata da Raul Gardini al Pci per la fusione Enimont di cui si persero le tracce nelle stanze di Botteghe Oscure. Una rievocazione, quella di Cicchitto, accompagnata dal coro P2-P2 e Licio Gelli ripetuto e ritmato dai banchi dell'opposizione all'indirizzo del capogruppo Pdl.



La seduta odierna era iniziata con la ripresa dell'ostruzionismo delle opposizioni, ripartito sul processo verbale.I parlamentari di Pd e Idv sono intervenuti in massa sul processo verbale allo scopo di ritardare la ripresa dell'esame della proposta di legge, e in particolare sull'articolo 3 con la cosiddetta prescrizione breve, punto nodale del provvedimento.



Il Pd ha attaccato il presidente della Camera, Gianfranco Fini, (difeso poi dal leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini), perché non dedicherebbe abbastanza attenzione alle esigenze delle opposizioni. «Da quando è sotto attacco di Pdl e Lega che chiedono le sue dimissioni - ha detto Roberto Giachetti del Pd - lei è il peggior presidente della storia». Fini, impassibile, ha proseguito con gli interventi sul processo verbale. Casini, invece, si è schierato al fianco di Fini: «Sono allibito dalle parole del tutte incongrue di Giachetti contro il presidente: se avevo qualche dubbio sulla sua terzietà, ora ogni dubbio è svanito. Qui ciascuno vuol tirare il presidente dalla sua parte, ma il presidente non si difende solo quando fa le cose che piacciono a noi...».



Pdl e Lega hanno messo sotto accusa il vicepresidente, Rosy Bindi, perché nella seduta notturna di ieri ha concesso 15 secondi di intervento ai deputati di opposizione dei gruppi che avevano finito i tempi contingentati.



Primo voto, vince la maggioranza.
Nella prima votazione della giornata , con 18 voti di differenza a favore della maggioranza, l'Aula ha respinto la richiesta avanzata da Giorgio La Malfa di invertire l'ordine del giorno.



No all'esclusione dell'omicidio colposo. La maggioranza ha soppresso l'emendamento, prima firmataria Donatella Ferranti (Pd), che prevedeva di escludere dalla prescrizione breve il reato di omicidio colposo. Il capogruppo del Pd, Dario Franceschini, chiede al centrodestra un sussulto di dignità almeno in memoria e per rispetto dei cittadini de L'Aquila. Anche Benedetto Della Vedova (Fli) si appella al centrodestra: «Cercate di votare a favore dei cittadini de L'Aquila». Ma il centrodestra non ascolta e boccia la proposta di modifica. Così dai banchi dell'opposizione si alza il coro: «Vergogna! Vergogna!».



«Anche i processi per reati di omicidio colposo non saranno immuni dalla tagliola della prescrizione breve. Rientrano tra questi il processi sul terremoto dell'Aquila e della strage di Viareggio. Si tratta di processi molto lunghi e complessi con numerosissime parti civili e la necessità di lunghi e rigorosi accertamenti - dice la capogruppo Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti - È evidente che intervenire sulla durata massima della prescrizione del reato in questi processi è di per sè sbagliato e può avere, nel tempo, effetti drammatici. Le vittime esigono giustizia ed è incomprensibile che il legislatore si schieri dall'altra parte mettendo in dubbio la possibilità che si arrivi ad una sentenza definitiva nei tre gradi di giudizio. Quali sarebbero i vantaggi per lo Stato? Dov'è la ratio della legge? Perchè un imputato, seppur incensurato non dovrebbe pagare per una strage? La maggioranza ha votato contro il nostro emendamento solo per fare un favore a Berlusconi e facendo un passo indietro rispetto al pacchetto sicurezza del 2008 che aumentava i tempi della prescrizioni per omicidi colposi plurimi».



L'opposizione ha finito nel primo pomeriggio tutti i tempi a sua disposizione, così in conferenza dei capigruppo si è raggiunto l'accordo di arrivare alle dichiarazioni di voto finali in diretta tv per le 19. «Abbiamo fatto un'opposizione intransigente ma nel rispetto delle regole», dichiara il capogruppo del Pd, Dario Franceschini. Durante la conferenza dei capigruppo, Gianfranco Fini avrebbe messo i presidenti dei deputati di maggioranza e opposizione di fronte ad una scelta: o si va avanti nel dibattito, ma si perde la diretta tv (e al massimo si potrà arrivare comunque alle 23) o si accetta la finestra che offre la Rai dalle 19 alle 20.30 per votare in quel lasso di tempo davanti alle telecamere. I responsabili dei vari gruppi parlamentari hanno optato per la diretta tv. Iil capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, avrebbe chiesto poi un impegno all'opposizione affinchè non ci siano «provocazioni» durante la ripresa televisiva. I responsabili di Lega e Pdl hanno chiesto di mettere a verbale che la sottoscrizione dei singoli emendamenti avvenuta poco prima del voto, ma a votazione aperta, non costituisse un precedente. Il presidente di turno, Rosy Bindi, aveva infatti tenuto aperta una votazione per consentire che tutti i deputati del centrosinistra sottoscrivessero la proposta di modifica al testo sulla prescrizione breve che aveva come prima firmataria Donatella Ferranti (Pd).



«Come opposizione abbiamo fatto di tutto contro questa vergogna. Ora però abbiamo finito i tempi a nostra disposizione e vogliamo denunciare quello che sta facendo la maggioranza in diretta tv affinchè i cittadini sappiano...», dice il presidente dei deputati del Pd Dario Franceschini. «La Rai aveva aperta solo una finestra dalle 19 alle 20.30 - interviene il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi (Pdl) - e così si è raggiunta l'intesa tra tutti i gruppi di far sì che le dichiarazioni di voto e il voto avvenissero a quell'ora». «Il provvedimento - aggiunge Franceschini - si sarebbe dovuto votare circa due settimane fa. Loro erano convinti di poterlo approvare in un giorno, un giorno e mezzo. E invece con la nostra opposizione siamo riusciti a tenere aperta il più possibile la finestra su questa vergogna!. Oggi gli abbiamo rivolto anche un ennesimo appello: di escludere dal testo della prescrizione breve il reato di omicidio colposo plurimo, quello che farebbe prescrivere prima il processo dell'Aquila. Ma neanche su quello hanno voluto ascoltarci. Aggiungendo così vergogna a vergogna».



Via libera all'articolo 3 sulla prescrizione breve, considerato il cuore del provvedimento in quanto accorcia i tempi della prescrizione per gli incensurati, è passato con 306 sì e 288 no. L'Aula ha poi respinto a scrutinio segreto con 316 sì e 288 a favore una parte di un emendamento dell'Idv al terzo articolo. Il voto segreto era stato richiesto dal Pd. Il risultato è stato salutato con un boato dai banchi della maggioranza. Con il centrodestra hanno votato alcuni deputati dell'opposizione. Secondo fonti della maggioranza, sarebbero stati una dozzina i deputati dell'opposizione a votare contro. Dopo il voto, dai banchi dell'Idv hanno urlato «libertà, libertà».
Ultimo aggiornamento: 13 Maggio, 23:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA