Indagine finita, nessun provvedimento. Il Ministero dell’Istruzione chiude il “caso” Giulio Cesare. Mercoledì sulla scrivania del ministro Stefania Giannini è arrivata la relazione della preside del liceo del Salario in cui veniva spiegato il «percorso didattico» che ha portato le classi del quinto ginnasio a leggere durante le vacanze di Natale il libro “Sei come sei” di Melania Mazzucco.
LA LETTERA
La stessa coppia di genitori che per prima aveva avanzato critiche nei confronti del testo, ha scritto alla preside «per esprimere la nostra solidarietà», spiegando che «ci addolora profondamente la notizia di un’azione penale nei confronti dell’istituto, considerando particolarmente odioso tale mezzo per cercare di imporre le proprie opinioni». Ieri intanto la dirigente scolastica, Micaela Ricciardi, ha pubblicato sul sito internet della scuola una lunga lettera indirizzata alle famiglie in cui ricostruisce la vicenda e le polemiche che ne sono seguite. «È ben noto a tutti noi sia il fenomeno di bullismo omofobico che serpeggia nelle scuole, sia i drammatici esiti del silenzio su questi temi». La dirigente difende il libro, «scritto da un’autrice colta, vincitrice di molti premi letterari, le cui credenziali letterarie non hanno bisogno di difensori». La dirigente si schiera con le docenti che definisce «colte e aperte: che vengano denunciate, insultate e vilipese è un paradosso di fronte a cui non posso tacere. La scuola va difesa da questi oltraggi».
LA REAZIONE
L'omofobia si combatte anche a colpi di striscioni. E così se un gruppo neofascista al Giulio Cesare lunedì aveva sfilato davanti alla scritta «Maschi selvatici, non checche isteriche», ieri gli studenti del Manara hanno affisso all'entrata della scuola un tazebao in cui ci si chiede ironicamente: «Avresti mai dato della checca isterica ad Achille?». Secondo il portavoce del Gay Center Fabrizio Marrazzo «quella degli studenti del Manara è la risposta più intelligente a chi vuole portare nella scuola l'omofobia. La loro protesta spontanea è l'esempio positivo di una scuola che combatte i pregiudizi».