Suicida a 16 anni, lo strazio dei genitori:
per ore inginocchiati accanto al corpo

Domenica 6 Gennaio 2013 di Lara Zani
Il palazzo dal quale la ragazza si è gettata (foto PressPhotoLancia)
PORDENONE - Un volo di 20 metri, dalla terrazza di quella che forse lei considerava ancora la sua casa. Nessun biglietto, nessuna spiegazione, nessun segnale. Ai genitori, straziati dal dolore per una perdita che non si pu raccontare, alla famiglia e agli amici D.P., studentessa di 16 anni dall'esistenza apparentemente serena, ha lasciato solamente un dolore straziante, silenzioso e, probabilmente, fitto di domande.



A notare per primi il suo corpo una decina di minuti dopo le 18 di ieri, appena oltre le auto parcheggiate davanti a un palazzo di via Marco Polo, sono stati alcuni passanti, due uomini e una donna che hanno immediatamente allertato il 118: una figura minuta, raccontano, con i piedi nudi e vestita solo di una camicia. Ai primi testimoni, quel corpo abbandonato al lato della strada era sembrato, raccontano, «essere stato scaricato da un'auto in corsa».



Nessuno, in un primo momento, aveva pensato a una caduta dall'alto, nessuno ha assistito al terribile volo: soltanto un abitante del condominio ha sentito il rumore dell'ascensore che saliva e, affacciatosi pochi istanti dopo alla finestra, ha visto la ragazza già a terra. Pochi minuti dunque, quasi una corsa disperata verso un gesto che appare per molti aspetti premeditato. Soprattutto perché D., figlia di un libero professionista, studentessa prima in un liceo poi in un altro istituto superiore, in quella palazzina neanche abitava. Vi aveva vissuto fino ad alcuni anni fa, prima di trasferirsi in un'altra zona. Ma, forse, in quel condominio nel quale la famiglia ha ancora delle proprietà lei si sentiva ancora a casa. Forse è per questo che, in un sabato pomeriggio d'inverno alla fine delle vacanze di Natale, ha scelto proprio quel luogo per compiere il suo tragico gesto: salita sul terrazzino che si trova in cima al palazzo, si è levata i vestiti e li ha posati sul lato opposto a quello dal quale poi si è gettata, scavalcando una ringhiera alta circa un metro. L'intervento dei mezzi di soccorso, delle forze dell'ordine e del medico legale ha comportato la chiusura per alcune ore di un tratto della strada, a senso unico.



Effettuati i rilievi, i carabinieri hanno cercato invano biglietti e altri messaggi, anche sul cellulare, con i quali la ragazzina potesse aver manifestato un malessere, una delusione o preannunciato le sue intenzioni, ma per il momento senza risultato. Nessun disagio sembrava far presagire il gesto disperato della ragazza: dall'esterno, l'esistenza di D. appare simile a quella di tante coetanee, tormentata forse dai mille problemi di un'età difficile. L’unica certezza è lo strazio di chi resta: il dolore lacerante dei genitori che ieri sera, inginocchiati accanto al lenzuolo bianco, non volevano staccarsi da quel corpo ormai senza vita. La mano della mamma appoggiata sulla fronte della ragazzina, come a darle calore, forse a cercare di capire perché. Perché una sedicenne che dal suo profilo di Facebook sembra un inno alla vita, sceglie di non vivere più.
Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 21:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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