Il Nordest risparmia con i diamanti:
a Verona gli investimenti più brillanti

Sabato 22 Novembre 2014
Il Nordest risparmia con i diamanti: a Verona gli investimenti più brillanti
2
VERONA - Il diamante è un risparmio. Per sempre. E il mercato delle pietre preziose per investimento (più raffinate di quelle abitualmente utilizzate in gioielleria) in Italia è in continua crescita mentre l’oro sprofonda: nei primi dieci mesi di quest’anno sono stati investiti circa 150-160 milioni (+ 15%), che secondo le stime di Intermarket Diamond Business, principale operatore con circa l’80% delle quote di mercato, 7-8mila ordini dal valore medio poco sotto i 20mila euro. Prima area per investimenti in diamanti Verona: 25,51 milioni. Vicenza, centro della gioielleria italiana, è solo nona con 7,84 milioni. Nel Nordest (totale quasi 48 milioni) poi arrivano Treviso (3,75 milioni) e Venezia con 2.



«Stiamo parlando di un bene rifugio ma anche di un tipo di risparmio che sta prendendo sempre più piede anche perché vantaggioso: dal 2004 il prezzo è lievitato in media di un 4% all’anno - spiega Claudio Giacobazzi, 61 anni, presidente e Ad di Intermarket Diamond Business, società fondata nel 1976 da Antinea de Rico che ne controlla ancora l’80% - anche se nell’ultimo anno, complice la bassa inflazione, l’apprezzamento è stato meno consistente».



Pmi e diamanti vanno a braccetto. E il record di Verona? «Il Banco Popolare, che ha la sede principale a Verona, è uno dei gruppi bancari più attivi in questo tipo di investimento e ha rapporti anche con noi. Ma è indubbio che a Verona e a Vicenza si concentrano ricchezze private consistenti e c’è voglia di diversificare». I vantaggi dei diamanti? «Sono facilmente trasportabili, hanno la più alta concentrazione di valore in un piccolo spazio, solo l’uranio può battere i diamanti, ma non è commerciabile». Idb, sbarcata anche in Slovenia e Svizzera, non vende solo diamanti, aiuta anche i suoi clienti a cederli. Oggi in 70 giorni si può "liquidarne" uno. Idb ha anche un’altra particolarità: «Questo è un investimento a medio-lungo termine, per questo penalizziamo chi vende dopo un anno con una commissione al 16%. Dopo sette anni si scende invece al 7%».



Anche la storia di Idb è particolare: «Antinea de Rico lavorava a Zurigo nella Amicor, una delle banche del gruppo Sindona - ricorda Giacobazzi - quando fallì, i clienti persero tutto. Le uniche risorse che si salvarono furono i diamanti, che allora come oggi vengono consegnati al proprietario, senza intermediazione. Se li può tenere in cassaforte nella banca, oppure a casa. Da lì arrivò l’intuizione di fornire questo servizio di investimento a tutti». Quelli che se lo possono permettere, s’intende. «Non è un investimento solo per ricchi: un pezzo da mezzo carato, il più piccolo, costa 5600 euro - sostiene Giacobazzi - per quelli più pregiati però la quotazione ha una crescita geometrica». Un carato e sei già sopra quota 20mila. Idb ha sede a Milano, 25 addetti. «Quest’anno dovremmo sfiorare i 150 milioni di vendite e registrare un fatturato di circa 100 milioni», afferma il presidente. Prospettive? «Si tratta di un bene estremamente raro e in via di esaurimento, le quotazioni continueranno ad aumentare», assicura Giacobazzi. E come la mettiamo con lo sfruttamento della manodopera? «Vendiamo diamanti assolutamente etici e aderiamo alle 4 risoluzioni dell’Onu. I nostri fornitori dichiarano anche le zone di provenienza dei diamanti».
Ultimo aggiornamento: 23 Novembre, 08:01

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci