Brescia, bimba di 4 anni muore di malaria. Lorenzin: «Forse contagio in ospedale»

Martedì 5 Settembre 2017
Brescia, bimba di 4 anni muore di malaria. Lorenzin: «Forse contagio in ospedale»

Una bambina di quattro anni, Sofia Z., ricoverata agli Spedali Civili di Brescia, è morta per malaria. La piccola è la figlia di una coppia italiana residente a Trento ed era arrivata in ospedale in condizioni disperate.

La causa dell'infezione potrebbe essere ricercata nella puntura di una zanzara. La piccola, secondo quanto appreso, non sarebbe mai stata in un Paese malarico e la zanzara che trasmette la malattia non risulta presente, come specie, in Italia. La piccola ha trascorso l'estate a Bibione, sulla Riviera Veneta.

Era stata portata al pronto soccorso pediatrico dell'ospedale di Trento sabato scorso: poi la febbre alta, con picchi fino a 40 gradi. Quindi è stata trasferita a Brescia dove oltre alla Rianimazione pediatrica è presente un Istituto per le malattie tropicali. È deceduta tra domenica e lunedì.

La bimba era stata colpita da malaria cerebrale, la forma più grave della malattia. Questo tipo aggressivo di morbo viene trasmesso dal Plamodium Falciparum, la specie più aggressiva di un protozoo parassita trasmesso dalla zanzara Anopheles. La morte, nei casi più gravi, può arrivare entro 24 ore. La malattia è diffusa prevalentemente nell'Africa Sub-sahariana, in Asia, in America centrale e del Sud.

La Procura di Trento e quella di Brescia hanno aperto due inchieste sulla morte di Sofia. Il decesso è avvenuto all'ospedale bresciano dove la bambina era arrivata dall'ospedale di Trento già in coma nella giornata di sabato e dove poi è morta meno di 48 ore più tardi. 

Al momento non si esclude che la piccola possa essere stata infettata da una zanzara giunta dall'estero in qualche bagaglio. La bimba era stata prima in ospedale a Portogruaro, poi a Trento, per un esordio di diabete infantile. A spiegarlo è il direttore generale dell'Apss (Azienda provinciale dei servizi sanitari del Trentino), Paolo Bordon, che ricostruisce le tappe della vicenda clinica e spiega che in uno dei giorni del ricovero a Trento della bimba erano presenti, «in un'altra stanza, due bambini con la malaria, che sono guariti».

«In ospedale abbiamo messo delle apposite trappole ieri pomeriggio, che verranno rimosse oggi pomeriggio, mentre tutti i bambini ricoverati sono stati trasferiti ed è in corso la disinfestazione di tutto il reparto» aggiunge Bordon. «Resta il fatto - sottolinea il direttore generale - che la piccola poi morta e i due malati di malaria erano in stanze diverse, le cure sono state effettuate tutte con materiale monouso e non ci sono state trasfusioni. La malaria non è trasmissibile da uomo a uomo e nessun altro paziente ha avuto dei sintomi riconducibili alla malaria».

«La bimba - spiega - aveva il diabete, che nulla aveva a che fare con la malaria. Il periodo di latenza potrebbe fare pensare che l'avesse contratta prima, poi, certo, la presenza di due bambini malati qui fa insospettire. Il punto è che dovrebbe esserci stata qualche zanzara anofele, magari in dei bagagli».

«Dalle prime indicazioni che abbiamo avuto pare che la bambina potrebbe aver contratto la malaria in ospedale, a Trento, e sarebbe un caso molto grave. Abbiamo mandato immediatamente degli esperti sia per quanto riguarda la malattia sia per la trasmissione da parte delle zanzare», ha detto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin«Dobbiamo accertare se c'è stato un contagio di sangue o se invece la malaria può essere stata contratta in altro modo», ha proseguito, aggiungendo che «prima di esprimere qualsiasi tipo di valutazione dobbiamo capire esattamente cosa è accaduto.

Ed è il motivo per il quale invito tutti alla cautela nelle dichiarazioni, che ho già letto in alcune agenzie: prima di pronunciarsi, appena morta una bambina di quattro anni, cerchiamo di capire cosa è capitato».

Se venisse confermato che il caso di malaria della bambina morta a Brescia è autoctono e trasmesso dalla zanzara sarebbe il primo da vent'anni. Lo conferma Giampiero Carosi, infettivologo dell'università di Brescia, secondo cui l'ipotesi più probabile è che una zanzara abbia punto qualcuno infetto, magari dopo un viaggio, e poi abbia trasmesso il plasmodio alla bimba.

«Il caso è eccezionale - commenta Carosi -, l'ultima trasmissione autoctona tramite zanzara risale a 20 anni fa nel grossetano, da allora ci sono stati solo alcuni casi tramite scambio di siringhe o trasfusione. Quello che potrebbe essere successo è che qualcuno, di ritorno da un viaggio nelle zone colpite, abbia 'portato' il plasmodio e sia stato punto da una anofele 'nostrana' che a sua volta ha punto la bambina. Qui c'è una seconda eccezionalità, perché le zanzare che circolano da noi non sono molto adatte a trasmettere il microrganismo, anche se in teoria potrebbero».

Il caso a Grosseto risale al 1997, e a sua volta era il primo dopo 30 anni. La bambina è stata colpita dal plasmodio di tipo falciparum, che secondo l'esperto circola sia in Africa che in Asia. «Il 90% dei casi africani è di questo tipo, così come il 30-50% di quelli asiatici. Bisogna vedere se intorno alla bambina c'è qualcuno che ha viaggiato in un qualche paese malarico, sono indagini molto complesse, ogni anno milioni di persone viaggiano in quei paesi e ritornano in Italia»

Ultimo aggiornamento: 6 Settembre, 12:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA