L'obbiettivo reale del no al referendum

Venerdì 1 Settembre 2017
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Egr. direttore,
ho letto con stupore la sua ruvida risposta al sig. Destro sul Gazzettino del 31/8 sul referendum Veneto. Il lettore sostiene, motivando si badi bene il suo giudizio, che il referendum è una bufala e un inganno per i veneti. Sulla base di questa premessa lei lo accusa di mancanza di rispetto delle opinioni altrui. E gli ricorda polemico che parlare di democrazia è più facile che praticarla. Il che sembra sottintendere che esprimere con convinzione le proprie convinzioni è non democratico. Quanto al vigliacco era chiaramente un giudizio politico sull'operato del PD veneto, difficile davvero capirvi un insulto a chi ha il torto di non pensarla come lei.


Lorenzo Colovini

Caro lettore,
la mia non è stata una risposta ruvida, ma una risposta franca e adeguata ai toni poco appropriati usati dal lettore. Non devo difendere nessuno, ma mi riesce difficile catalogare il termine vigliacco come un giudizio politico. A me pare un insulto. E non ho neppure mai pensato che la democrazia sia in discussione: ho richiamato un principio democratico che è quello del rispetto, anche nella dialettica, di chi non la pensa come noi. Nel merito, comunque, non ho alcuna difficoltà a dire come la penso. La questione, nella sua estrema complessità, è relativamente semplice: si può concordare o meno con la richiesta di maggiore autonomia da parte del Veneto o della Lombardia.

Chi non è d'accordo o teme sia un passo verso la secessione credo che giustamente debba opporsi al referendum o fare campagna per l'astensione. Ma chi, in modo non strumentale, è favorevole all'autonomia non vedo come possa considerare inutile o addirittura negativo che i cittadini vengano chiamati ad esprimersi, seppur in modo solo consultivo, su questa decisiva materia. Non credo sia indifferente per l'esito di una trattativa con il governo sapere se ad essere favorevole a una maggiore autonomia sia il 51% o invece l'85% di veneti e lombardi. In realtà la vera argomentazione a sostegno dei no o del boicottaggio sembra essere politica: bisogna far fallire o depotenziare il referendum perché è stato proposto da Luca Zaia e un successo del voto rafforzerebbe il leader leghista. Insomma, non è un problema di contenuti, ma di schieramenti. L'autonomia c'entra poco o nulla. Conta sconfiggere l'avversario. Obiettivo legittimo naturalmente, purché lo si dica con chiarezza. Anche per rispetto nei confronti dei cittadini.
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