La capacità dei burocrati di trasformare il possibile

Giovedì 22 Giugno 2017
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Egregio direttore,
ieri mattina il parroco di Quinto mi ha chiesto se potevo fargli un piacere e cioè ritirargli un pacco in posta. È cominciata così una mattinata piuttosto burrascosa. Ha fatto la delega e mi sono recato in un ufficio postale, 20 minuti circa di attesa e quando finalmente riesco a conquistare uno sportello, mi sento dire che devo avere oltre al mio documento d'identità anche quello del delegante, cioè il parroco.
Senza fiatare esco e torno dal parroco con quel caldo soffocante, mi faccio dare la sua carta d'identità e torno in posta.
Ancora 20 minuti circa di attesa chiedo la consegna del pacco, al che l'impiegata si rifiuta di darmelo perché: chi le dice che quel documento sia proprio del parroco? 
Allora furente do un urlo e chiedo la presenza della direttrice dell'ufficio, la quale sentendo l'urlo accorre subito e dà ragione all'impiegata nonostante io avessi in linea al telefono il parroco in viva voce. Allora stufo ho detto alla direttrice di mandare il pacco indietro e il parroco ha condiviso la mia decisione.
Questo è un piccolo caso di burocrazia figuriamoci più in alto nelle istituzioni, c'è davvero di che preoccuparsi in questa nostra nazione.

Giuseppe Jovino
Quinto di Treviso



Caro lettore,
non conosco norme e regolamenti degli uffici postali ma, come ha scritto un celebre economista, se hai un problema che deve essere risolto dalla burocrazia, ti conviene cambiare il problema.
Lei ne ha avuto la conferma. Purtroppo la burocrazia è uno dei ceppi che, nelle piccole e nelle grandi cose, impedisce al nostro paese di correre come potrebbe e dovrebbe.
La capacità, tipica dei burocrati, di trasformare in impossibile ciò che è possibile, è un fardello che non riusciamo a toglierci di dosso. Ci complica inutilmente la vita. E ha un nemico giurato: il buon senso.
Ultimo aggiornamento: 16:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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