Milano, militari e agente accoltellati, Hosni indagato per terrorismo: «Mi dispiace, ero arrabbiato»

Venerdì 19 Maggio 2017
Milano, militari e agente accoltellati, Hosni indagato per terrorismo: «Mi dispiace, ero arrabbiato»
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Una «sorta di nomade» che dormiva in un furgone a Quarto Oggiaro, quartiere difficile alla periferia di Milano, «solo e abbandonato», come si è descritto lui stesso.

Un ragazzo ai margini della società sul quale avrebbero attecchito quelle idee di rivalsa sul mondo occidentale tipiche dell'integralismo islamico e che potrebbe essere stato addirittura indottrinato. Arrestato per tentato omicidio, Ismail Tommaso Hosni, il 20enne nato nel capoluogo lombardo da padre tunisino e madre italiana che ieri sera in stazione Centrale ha accoltellato un agente e due militari, è indagato ora anche per terrorismo internazionale.
 

Sul profilo Facebook "Ismail Hosni", attribuibile al giovane (non gli sono stati sequestrati né un telefono né un pc, ma potrebbe avere usato degli internet point) oltre a fotografie del Duomo di Milano e del Castello Sforzesco che lo ritraggono con un berretto rosso in testa con visiera girata, sono stati postati una serie di video inneggianti all'Isis. Con scritte in arabo come «Facciamo un futuro luminoso tenere il passo con le nostre speranze e aspirazioni... califfato islamico a venire, a Dio piacendo». E altre immagini accompagnate da una canzone definita «il più bell'inno dell'Isis che abbia sentito in vita mia». Sulla quella pagina Fb, che è già stata oscurata, sono al lavoro gli investigatori.

«Mi dispiace per quello che è successo, ero arrabbiato» ha detto Hosni al suo legale d'ufficio, l'avvocato Giuseppina Regina, che oggi è andato a trovarlo a San Vittore. «Nessuno mi ha aiutato, io volevo solo lavorare» continua a ripetere in carcere. Uno dei punti interrogativi dell'inchiesta, condotta dalla Digos e coordinata dai pm Alberto Nobili e Alessandro Gobbis dell'antiterrorismo milanese e dalla collega Maura Ripamonti, passa per quella reazione sproporzionata che il 20enne ha avuto durante il controllo della pattuglia mista: ha tirato fuori dalle tasche della felpa due coltelli da cucina e ha cominciato a colpire.

 
 

Si sta cercando dunque di verificare se quella reazione possa essere stata dettata da una svolta estremista, forse quasi da 'terrorista in maturazionè, degli ultimi mesi, quando ha iniziato a farsi crescere la barba e a vestire in modo più anonimo. Inquirenti e investigatori stanno facendo accertamenti sulle persone che frequentava, tra cui un libico arrestato con lui per spaccio lo scorso dicembre e che potrebbero averlo guidato nella radicalizzazione. Hosni stava spesso in stazione Centrale («dormo per strada da un anno e mezzo» ha raccontato al suo legale) e in via Padova.

Il suo profilo di ragazzo escluso è uno di quelli su cui punta chi fa proselitismo per l'Isis. Per l'avvocato Regina, tuttavia, che è già pronta a chiedere una perizia psichiatrica al gip Manuela Scudieri (dovrebbe interrogarlo tra domenica e lunedì), Hosni è solo «un ragazzo in estrema difficoltà» che, quando ha saputo che un giudice verrà ad ascoltarlo ha esclamato: «Grazie». I pm hanno chiesto che rimanga in carcere in custodia cautelare per tentato omicidio. Sta «bene adesso», come ha detto il padre, uno dei due militari dell'esercito feriti (l'altro è stato già dimesso) ricoverato all'Ospedale Sacco e che è stato colpito due volte al torace, una al collo e un'altra al braccio. Mentre un agente della Polfer che ha avuto un malore proprio mentre era in visita al militare passerà la notte in osservazione.

Ultimo aggiornamento: 20 Maggio, 14:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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