Banca Popolare di Vicenza: 700 esuberi non bastano

Venerdì 2 Dicembre 2016 di Maurizio Crema
Banca Popolare di Vicenza: 700 esuberi non bastano
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Ex Popolari venete: entro Natale i piani di fusione tra Vicenza e Veneto Banca, poi toccherà ai cda e alla Bce dire l'ultima parola. Anche se si fa già una data per l'aggregazione vera e propria se tutto andrà secondo i piani di Gianni Mion e di Atlante: luglio. Ma nel frattempo il presidente di Popolare Vicenza lancia l'allarme: «Non bastano i 700 esuberi già individuati, ma faremo d tutto per evitare impatti traumatici». Mion in passato aveva parlato di 1300-1500 esuberi (in Veneto Banca ce ne sarebbe un altro migliaio). Il 5 inizierà la trattativa col sindacato che è pronto a fare concessioni (leggesi contratti di solidarietà) per coprire i 250 lasciati fuori dal fondo apposito ma non è disposto ad accettare licenziamenti.

Nel frattempo Popolare Vicenza vara la nuova squadra di comando nel Sud in Banca Nuova: Salvatore Bragantini presidente, Alessandro Pansa vice (in cda anche il vice direttore di BpVi Iacopo De Francisco, il direttore centrale Alberto Beretta e la manager del corporate Anna Tosolini). Resta al suo posto il direttore Adriano Cauduro. E si definiscono i contorni dell'azione di responsabilità, che dovrebbe colpire i cda e i collegi sindacali degli ultimi dieci anni fino a maggio 2015 con la società di revisione Kpmg: decisiva l'assemblea del 13 dicembre. Altro stop per i tavoli di conciliazione nel cda di ieri: ma dovrebbero partire a metà mese insieme a quelli di Veneto Banca.

«In questo momento c'è un gruppo di lavoro fatto dai team di management delle due banche che stanno lavorando a un'ipotesi di fusione», spiega il presidente della Banca Popolare di Vicenza, Gianni Mion, parlando dell'ipotesi di matrimonio fra l'istituto e Veneto Banca. I due gruppi sono supportati da Boston Consulting e dovrebbero finire il loro lavoro prima della fine di dicembre, aggiunge. In ogni caso, una decisione non sarà presa entro Natale: «Finiranno il loro lavoro e poi con l'anno nuovo vedremo cosa viene fuori, se la proposta troverà l'interesse dei due cda e dell'azionista», cioè del fondo Atlante.

In attesa dell'incontro del 5 dicembre Mion però dà fuoco alle polveri. Parlando a margine dell'assemblea di Space 2 (la società che entrerà nell'aerospaziale comprando Avio), Mion ricorda che quella dei 700 esuberi annunciati ai sindacati, è una soluzione che rientra all'interno del fondo di solidarietà e quindi si cercherà di agevolare questa via, però il problema degli esuberi è noto e non è limitato a questi. La soluzione per gli altri 600-800 dipendenti in eccesso potrebbe essere spostato più avanti, magari nel 2018. Ma su questo punto Mion è in sospeso: «Bisogna vedere, auspichiamo che ci siano forme di soluzione che evitino i licenziamenti, questo lo auspichiamo tutti». Il rischio vero è che con la fusione con Veneto Banca gli esuberi possano gonfiarsi per arrivare alla quota complessiva di 2500-3000. Tutto dipenderà dal piano di fusione e dalle prospettive di sviluppo per due banche che hanno bisogno di nuovi capitali. Atlante è pronto a versare un altro miliardo. Ma non basterà e di attendono altri soci.
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