Siria, i rapitori di Sergio Zanotti: «Roma agisca o l'ostaggio farà la fine del giornalista norvegese»

Mercoledì 30 Novembre 2016
Siria, i rapitori di Sergio Zanotti: «Roma agisca o l'ostaggio farà la fine del giornalista norvegese»
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«Un anno fa abbiamo ucciso un giornalista norvegese, il suo governo ha giocato con noi e non ha accettato le nostre richieste».

Lo afferma 'Abu Jihad', la persona che ha diffuso il video dell'ostaggio italiano Sergio Zanotti, nella chat con un responsabile dell'agenzia russa NewsFront precedente alla pubblicazione del filmato girato, si presume, in Siria. Nello scambio di messaggi, di cui l'Ansa ha preso visione, si fa riferimento al «giornalista norvegese» Ole Johan Grimsgaard-Ofstad, messo «in vendita» dall'Isis e poi ucciso nel novembre del 2015. Jihad nello scambio di messaggi che hanno preceduto la pubblicazione del filmato minaccia: Roma «agisca o nei prossimi giorni manderò un altro video (dell'italiano, ndr), senza testa». Ofstad, insieme all'ostaggio giapponese Fan Jinghui, venne messo «all'asta» dall'Isis con tanto di foto sulla rivista del gruppo, Dabiq. L'immagine era accompagnata dalla scritta «è stato abbandonato dal suo governo, che non ha fatto del proprio meglio per comprare la sua libertà». I due ostaggi vennero poi uccisi il 18 novembre del 2015. La «Norvegia non paga riscatti», era stata la risposta del governo di Oslo.

«Abbiamo molti europei nelle nostre mani.

Li rapiamo perché l'Europa, gli americani e i russi ci combattono e vogliamo mettere fine ai bombardamenti in Siria». Ha aggiunto la persona che ha diffuso il video dell'ostaggio italiano Sergio Zanotti, nella chat con un responsabile dell'agenzia russa NewsFront che ha successivamente pubblicato il filmato.


«Noi abbiamo ricevuto un'indicazione dalla Farnesina, abbiamo riferito immediatamente alla Procura della Repubblica di Roma, è stato aperto un fascicolo con ipotesi di terrorismo». Lo ha detto Giuseppe Governale, comandante del Ros, interpellato a margine di una conferenza sul terrorismo di matrice confessionale presso la caserma dell'Arma dei Carabinieri 'Salvo D'Acquistò a Roma in riferimento al rapimento in Siria del bresciano Sergio Zanotti, avvenuto circa sette mesi fa. Poi a chi gli chiedeva se non fosse anomala la mancata richiesta di un riscatto il comandante ha risposto: «No, anche in altre circostanze ci sono state delle situazioni con mancanza di rivendicazione, non è il primo caso». Infine rispetto all'ipotesi più generale di un sequestro dai caratteri anomali Governale ha sottolineato: «Non sono chiamato a dare questo tipo di risposta, sono chiamato ad operare, a svolgere doverosamente gli accertamenti puntuali perche si tratta di un cittadino italiano verosimilmente entrato in difficoltà. Non parlo di anomalia, ma soltanto di un fatto che dobbiamo verificare»

Ultimo aggiornamento: 1 Dicembre, 08:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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