Viterbo chiusa per ferie a Ferragosto
"Una eredità della giunta precedente"

Martedì 20 Agosto 2013 di Carlo Maria Ponzi
Negozi chiusi nel centro di Viterbo
VITERBO - Una citt senza bar e ristoranti aperti, senza servizi igienici pubblici, nei giorni di Ferragosto. E i turisti si lamentano: "Bella Viterbo, ma i servizi dove sono?". «Quanto accaduto a Ferragosto ci impone due considerazioni. Da un lato recuperare un minimo di concertazione con gli operatori economici, affinché si possano programmare per tempo aperture/chiusure degli esercizi nei periodi topici. Dall’altro, dotare il perimetro urbano dentro la mura di bagni pubblici degni di questo nome».



Ad Alvaro Ricci, assessore all’Urbanistica e al centro storico, non è sfuggito che la città dei Papi il giorno di Ferragosto (e seguenti) ha offerto una immagine double face: il volto nobile dei suoi monumenti e musei, presi d’assalto dai turisti; il volto negletto, diciamo pure trasandato, in cui ha prevalso il coprifuoco d’altri tempi che ha colpito duro. Con la quasi totalità di postazioni del conforto alimentare sbarrate.



«Diciamo le cose come stanno. D’accordo sulla liberalizzazione del settore – dice Ricci - ma chi ha amministrato fino a pochi mesi fa doveva invitare le organizzazioni di categoria a stilare un calendario di chiusure/aperture per il periodo clou e garantire servizi pubblici essenziali, non solo ai visitatori, ma agli stessi residenti. E’ stata invece completamente abbandonata la pratica della concertazione che, in questo ambito, significa di fatto programmare, e quindi caratterizzare la città in modo virtuoso».



Una delle criticità maggiori – messe nero su bianco dai questionari fatti compilare dalla società Archeoares a quanti hanno usufruito delle visite al museo del Colle del duomo e a palazzo dei Papi – si è rivelata quella dei bagni. «Beh: non fatico ad affermare – sottolinea l’assessore – che in questo settore scontiamo una situazione imbarazzante. I pochi esistenti sono stati chiusi o lasciati andare in malora. Penso a quello di piazza del Sacrario o piazza della Rocca. Vanno recuperati e adeguatamente riqualificati per una città che si vuole fregiarsi del titolo di città turistica».



Non solo. «Mi viene in mente un’altra cosa. Si è parlato – conclude Ricci – nelle scorse settimane dell’ufficio informazioni che l’Apt aveva aperto alla stazione di Porta Romana. Ora, al di là delle competenze, non è possibile concordare con le Ferrovie un rinnovato utilizzo di quella postazione, magari anche per dotarla di bagni pubblici che, lo ricordo per memoria, era uno dei rami d’azienda della partecipata Cev?».
Ultimo aggiornamento: 21 Agosto, 11:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA