Lazio, Pulici: «La giustizia sportiva
più dura di quella ordinaria»

Giovedì 11 Luglio 2013 di Stefano Carina
Felice Pulici
ROMA - Felice Pulici, ex portiere della Lazio del primo scudetto e laureato in giurisprudenza, ancora una volta la Lazio viene coinvolta in questioni extracampo.

«Prima o poi questi deferimenti dovevano arrivare. Mi dispiace solamente che siano stati inviati nel giorno in cui il mondo laziale piange la scomparsa del notaio Gilardoni. Ora vedremo cosa accadrà. Ci sarà una fase dibattimentale dove gli interessati potranno far valere le loro ragioni come hanno già fatto con grande capacità e forza a Cremona».



Si attendeva l’accusa di doppio illecito per Mauri?

«Me lo aspettavo per la semplice ragione che così hanno tolto anche il pensiero di poter patteggiare alla parte. Anche se non credo che Mauri avrebbe accettato. Ora però deve calarsi su un piano diverso: un conto è gestire un rapporto con la giustizia ordinaria, un altro con quella sportiva che è più dura nei confronti dell’illecito. Non serve infatti che questo venga consumato ma basta un minimo comportamento che può provocare una probabilità d’illecito che scatta una sanzione pesantissima che coinvolge anche il club nel quale si milita».



A proposito della società: la Lazio rischia che il procuratore Palazzi possa richiedere almeno 5 punti di penalizzazione.

«Non c’è dubbio, visto che esiste l’aggravante della pluralità d’illecito e il calciatore ricopre un ruolo primario. Purtroppo la situazione non è per nulla piacevole. Bisogna confidare nella capacità e nella fermezza del difensore di Mauri. Sinora da quanto emerso non c’è comunque un quadro ben preciso che possa far dubitare su quanto il ragazzo ha sempre detto».



È d’accordo con i club che chiedono l’abolizione della responsabilità oggettiva?

«No, sono per il mantenimento perché è un deterrente in assoluto. È chiaro che andrebbe tuttavia moderata sulla base dei fatti che si verificano».



Riforma della giustizia sportiva, quali modifiche apporterebbe?

«Mi piacerebbe che la difesa avesse una possibilità di contraddittorio più efficace ed accettare quindi che possa interrogare i soggetti che con le loro dichiarazioni l’hanno tirata in ballo, a volte per salvare la loro carriera e la loro dignità. E poi l’onere della prova: ritengo che debba essere la stessa che vale per il codice penale».
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