Blitz anti Giacon, i retroscena
del "golpe" e le foto dei cospiratori

Venerdì 23 Settembre 2016 di Luca Gigli
Blitz anti Giacon, i retroscena del "golpe" e le foto dei cospiratori
PORTO VIRO - La città è piccola e la gente mormora. Anzi, scatta pure fotografie. Sono quelle che ritraggono i protagonisti e forse organizzatori del blitz che ha fatto cadere l’amministrazione Giacon a Porto Viro.
Tutto è accaduto mercoledì 13 settembre, un pomeriggio nel quale i consiglieri di opposizione e due di maggioranza sono andati dal notaio Giovanna Morena per firmare le dimissioni. Lo studio si trova in piazza Garibaldi a Rovigo e davanti al monumento dell’Eroe sono passati un sacco di esponenti politici quel pomeriggio.


A cominciare dal segretario del Pd Julik Zanellato, ma pure l’imprenditore nonché leader di Confapi, in passato vicino a Forza Italia, Alessandro Duò. Le voci nei corridoi politici indicano proprio loro quali tessitori dell’accordo trasversale, anzi andrebbero ancora più su, a dire che i grandi registi sarebbero gli ex senatore Domenico Romeo (seduto a un bar in piazza, ma che sembra disinteressato a quel che stava accadendo) e assessore regionale Isi Coppola, sostenendo che Zanellato sia uomo del primo e per la seconda Raffaele Crepaldi. Quest’ultimo, consigliere comunale a Porto Tolle, è direttore di Confapi e in questa associazione guidata da Duò lavora anche Doriano Mancin, ex sindaco di Porto Viro che è tra i consiglieri dimessisi.


 
Nelle foto arrivate in nostro possesso, si vede Duò seduto sul monumento. In attesa delle uscite dal notaio? «Ero in piazza per i fatti miei», risponde e in effetti Confapi ha sede lì vicino, in piazza XX Settembre. Non stava aspettando che si concludesse l’operazione della caduta Giacon? Nelle altre foto si vede che va a parlare con Zanellato e Luca Boscarato (consigliere e segretario del Pd di Porto Viro), e più tardi anche con il citato Mancin e Roberto Luppi (altro consigliere di opposizione dimissionario). «Ho visto persone che conoscevo e sono andato a salutarle. Non ho fatto alcuna manovra, non ho militanza politica e non capisco perché avrei dovuto fare quel che si dice. Posso dire di essere contento della caduta di Giacon: una buona notizia per l’economia portovirese».
Pure Zanellato si chiama fuori e sul fatto di essere ritratto più volte in compagnia di Duò, spiega che si tratta di un’amicizia di lunga data. «Lo stimo come imprenditore, ma non c’è alcuna relazione politica. Non è scandaloso che Duò giri a Rovigo né che io sia andato a salutare due esponenti del Pd di Porto Viro. La vicenda Giacon è stata già sviscerata nelle ragioni politiche».



Boscarato è stato assunto da Duò alla Adigest e si dice si sarebbe così creato un ulteriore elemento utile a far saltare Giacon. «Non entro nella vita privata delle persone - ribatte Zanellato - se qualcuno del Pd usa questi mezzucci per attaccarci, si faccia esami di coscienza. Non mi occupo di Porto Viro, quella sezione è sempre stata in rotta con il direttivo provinciale e fa riferimento al consigliere regionale Graziano Azzalin». «Ho assunto Boscarato, ma non rispondo - ribatte Duò - sono faccende della mia azienda, che è fuori dal campo istituzionale. Non c’è alcuna connessione».

Abbiamo cercato Boscarato e poiché impegnato, aveva dato un appuntamento telefonico a più tardi, ma all’ora fissata il cellulare risultava non raggiungibile. Si è accennato poi a Raffaele Crepaldi, presente quel pomeriggio in piazza, anzi avrebbe fatto da testimone davanti al notaio e in precedenza avrebbe fatto pressione sul “grillino” Sante Crepaldi perché si dimettesse, asserendo che Giacon aveva offerto un assessorato ad Alessia Tessarin, unica a non dimettersi dell’opposizione: le dimissioni di Sante Crepaldi erano fondamentali. «Non lo conosco, l’ho visto lì e basta - afferma Raffaele Crepaldi - ho solo fissato l’appuntamento dal notaio perché la conosco, ma ho solo accompagnato le persone». «Non conosco questo Crepaldi - risponde Sante Crepaldi - tutti i dimissionari si dovevano trovare ad Adria e andare insieme, io sono andato per conto mio. Non ho avuto alcuna pressione per dimettermi, avevamo deciso ancora a luglio con tutto il movimento».

La domanda finale è per Giacon: è vero che aveva offerto un posto in giunta a Tessarin? «No, piuttosto il giorno prima delle dimissioni, un emissario di Tessarin ha chiesto tre assessorati: uno per lei, uno per Luppi e uno per un esterno. Non devo fare il sindaco per forza e mi sono rifiutato».
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