BELLUNO - «Dategli acqua, trattatelo bene. Lui ha sempre trattato bene i libici, un popolo che ha sempre amato come il suo Paese». Un messaggio "virtuale" ai rapitori del padre. È quello lanciato ieri da Simona Calonego, la figlia di Danilo Calonego, il tecnico 68enne del Peron sequestrato in Libia. «Mi basta che i suoi carcerieri non lo maltrattino - dice -, perché noi siamo fiduciosi e speriamo che se la cavi anche questa volta. Anzi lo so che mio papà ce la farà, ne ha passate tante e passerà anche questa. Danilo è forte, ma devono dargli da bere, lì ci sono 50 gradi. E devono dargli le medicine». Un appello che ieri, purtroppo, aveva anche un destinatario: gli uomini di al Qaeda.
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