Il gioco d'azzardo costa 103 milioni l'anno
«Aiutare le famiglie finite sul lastrico»

Giovedì 6 Giugno 2013 di Egle Priolo
Il gioco d'azzardo costa 103 milioni l'anno «Aiutare le famiglie finite sul lastrico»
PERUGIA - Centotremilioni di euro e un bel po’ di spicci spesi in un anno in Umbria giocando alle slot. Duecentosei euro l’anno per ogni maggiore di 18 anni, se tutto il mezzo milione di maggiorenni umbri fosse appassionato di videopoker.

Sono questi i dati forniti da As.tro - Assotrattenimento 2007, l’associazione degli operatori del gioco lecito aderente alla Federazione sistema gioco Italia di Confindustria. Che risponde con questi numeri alla provocatoria mozione dei capigruppo del Comune di Perugia con cui si chiede al sindaco Wladimiro Boccali un’ordinanza sanitaria per eliminare le macchinette da tutto il territorio comunale. Più un interessamento, come presidente regionale dell’Anci, per chiedere al governo che la gestione del gioco legale passi ai Comuni. Perché quello del gioco d’azzardo, tra patologie, giovani dipendenti, famiglie sul lastrico, legalità e illegalità sta diventando il tema più dibattuto e non solo dalla politica. Così, mentre l’Ufficio diocesano per la Pastorale della Scuola di Perugia-Città della Pieve organizza un incontro con i dirigenti scolastici sul disagio dei giovani provocato dal gioco d’azzardo e il capogruppo regionale Udc Sandra Monacelli torna sulla proposta di legge sul contrasto alla diffusione del fenomeno in Umbria, di cui è firmataria, è prima di tutto l’As.tro a fornire numeri su cui riflettere e da cui partire.

L’associazione, prima di tutto, riduce a cinquemila persone assistite dal Sert per problemi di ludopatia in tutta Italia: in Umbria, quindi, si parlerebbe di un centinaio. Numero, è da sottolineare, che conta solo chi si rivolge ai servizi sociali per guarire, ma non chi è malato e non ci pensa nemmeno a trovare una via d’uscita dalla sua ossessione. «Su ciò che viene speso in Umbria alle slot legali e collegate in rete, invece - spiegano dall’associazione -, è possibile avere un dato molto vicino alla “precisione”: la spesa nazionale agli apparecchi slot a moneta metallica nel 2012, è stata pari a 6,885 miliardi di euro, ovvero il 7,8% in meno del 2011; l’incidenza dell’Umbria nel contesto nazionale delle slot è pari all’1,5%, ciò facendo desumere una spesa annua regionale per le slot pari a 103,27 milioni di euro (che diviso per mezzo milioni di ultramaggiorenni prospetta una spesa pro capite di appena 206 euro all’anno)». As.tro. chiarisce anche che ogni italiano maggiorenne spenderebbe 350 euro all’anno. Ma questi numeri («meno di un caffè al giorno», dice l’associazione) sono comunque inquietanti considerando che non tutti giocano soprattutto a certe fasce d’età. Ma As.tro. pone un problema importante: quello della legalità. Perché questi numeri sono riferiti solo alle macchinette collegate alle rete nazionale. E il bacino di illegalità non è quantificabile, se non ricordando i sequestri delle slot non agganciate. Intanto l’Adoc apre uno sportello per «fornire un primo aiuto di tipo psicologico e assistenza legale alle persone interessate o ai loro parenti garantendone l’anonimato». Angelo Garofalo, presidente Adoc Umbria, parla di «sostegno concreto ai cittadini in difficoltà» e stima soprattutto «in migliaia i giocatori patologici umbri adulti, più un 10 per cento circa di minorenni dipendenti».



Il presidente dell'Anci. L’ultima parola, però, spetta a Wladimiro Boccali, come sindaco e presidente dell’Anci. Che coglie la provocazione dei capigruppo Zecca (Idv), Pampanelli (Prc), Mearini (Pd), Catrana (Sinistra e socialisti per Perugia), Neri (Pdci) e Cardone (Centro democratico) e spiega come la giunta affronterà la questione, comunque legata a una legislazione (soprattutto fiscale) tutta nazionale. «Il nostro regolamento (anche sulla distanza tra scuole e slot, ndr) è già molto restrittivo - spiega Boccali -, ma questo è un argomento molto serio e delicato da affrontare con scrupolo. Soprattutto considerando le conseguenze economiche e sociali di chi si rovina per il gioco d’azzardo». «Come Anci abbiamo già chiesto di avere più poteri nella gestione - ha concluso - e siamo al lavoro su varie iniziative, a partire da campagne educative non solo per i giovani ma anche per i gestori». Perché quella contro il gioco d’azzardo è una scommessa da vincere.


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