Sanremo 2013, Marco Mengoni vince su Elio e i Modà

Sabato 16 Febbraio 2013
Marco Mengoni (foto Claudio Onorati - Ansa)

ROMA - Marco Mengoni vince la 63a edizione del festival di Sanremo con L'essenziale. Secondi Elio e Le Storie tese con La canzone mononota - che vince anche il premio della critica Mia Martini e quello per il miglior arrangiamento - terzi i Modà con Se si potesse non morire.

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Il risultato finale si è delineato non appena è iniziato il televoto. Mengoni era in testa dalla prima votazione popolare. È evidente che la Giuria di qualità ha solo in parte compensato il televoto come è altrettanto evidente che Mengoni, che ha iniziato da X Factor, comincia a riscuotere consensi anche al di fuori del mondo talent.

La serata finale che ha segnato il trionfo del pop è stata aperta con la Cavalcata delle valchirie di Wagner e la Marcia trionfale dell'Aida di Verdi con sul podio il direttore Daniel Harding.

Non solo un modo per riprendere il discorso iniziato con il Va pensiero nella prima serata, ma anche per rimarcare la vocazione a mescolare generi e temi di questo festival e della tv targata Fazio.

La finale, si sa, è una maratona con i 14 campioni che fanno riascoltare i loro brani e i tre finalisti che si giocano i posti sul podio. La meccanica del racconto è ormai collaudata: per usare un'immagine calcistica, Fazio fa il regista con licenza di inventare, la Littizzetto l'imprevedibile solista. Lucianina è entrata in scena con un costume da farfalla («Sono Belan, siamo tre fratelli, Belen, Belan e ...», ha detto ridendo), facendo il verso alla farfallina mostrata sull'inguine l'anno scorso sul palco dell'Ariston da Belen Rodriguez e ha fatto sua la protesta dell'Orchestra sinfonica di Sanremo a corto di risorse. Poi ha proposto l'elogio della "non bellezza".

Nel gioco di reciproci sfottò, la Littizzetto si è presa qualche rivincita trovando la complicità di una radiosa Bianca Balti, super model disponibile al gioco, e di Martin Castrogiovanni, uomo simbolo della nazionale di rugby, personaggio impegnato nella solidarietà e dotato di un contagiosa simpatia.

Bianca Balti è arrivata sul palco scalza e ha duettato con Luciana Littizzetto (che ha scherzato siamo due «topa model»). Poi nel finale ha mostrato come si sfila in passerella ma è inciampata nel vesito lungo di pizzo, scatenando l'esultanza di Luciana.

C'è stato anche il ritorno della comicità con Claudio Bisio che, con grande maestria, è riuscito a parlare di politica senza creare sconquassi. È partito da un vecchio monologo sui personaggi di Topolino ma poi si è mosso sul filo, scherzando sulla contestazione a Maurizio Crozza e ha rovesciato il piano, rivolgendo sugli elettori («vendere il voto è come vendere l'anima al diavolo. C'è chi lo fa per 50 euro, Faust lo ha fatto in cambio dell'immortalità») le accuse che di solito vengono rivolte ai politici. «Pensa che bello sarebbe avere come presidente del Consiglio un uomo o una donna normale, che va in tv una, due volte all'anno», ha aggiunto.

Super ospite musicale Andrea Bocelli che, in omaggio al festival da dove è partita la sua carriera, si è proposto in chiave pop. Prima La voce del silenzio, poi l'esibizione con Amos, il diciottenne figlio pianista nato proprio quando il papà cantava Con te partirò.

A rappresentare l'altra faccia del pop, Birdy (nome d'arte di Jasmine van den Bogaerde), diciottenne star diventata una diva adolescenziale grazie al brano inserito nella colonna di Hunger Games, ma che ha un repertorio basato su brani di alcune delle più belle realtà del rock contemporaneo come Mumford and Sons e Bon Iver, la band che ha inciso Skinny Love, il brano che ha proposto stasera al festival.

Bello l'intervento di Lutz Forster, ballerino simbolo di Pina Bausch e protagonista di una coreografia su Leaozinho, un classico di Caetano Veloso, ospite ieri del festival. Finale, prima della proclamazione del vincitore, con l'elenco delle cose («io ne ho viste di cose che voi umani ...») incredibili viste dietro e sul palco: d'altra parte c'è stato anche il coro dell'Armata Rossa che ha cantato "lalalala" con Toto Cutugno.

Intanto per Fabio Fazio è già tempo di bilanci e di uno sguardo al futuro. Ma dopo le contestazioni che hanno accolto Crozza all'Ariston, il conduttore non ha dubbi: «Certo che rifarei la scelta di invitarlo - dice prima dell'ultima serata -. Con il senno di poi, anch'io penso che se avesse iniziato con Bersani e proseguito con Berlusconi le cose non sarebbero andate così. Ma il problema è che viviamo in un Paese in cui bisogna farsi questo scrupolo per andare in fondo a un pezzo. Non è normale dover pensare che ci possano essere contestatori. È un segnale brutto, anzi bruttissimo, che si faccia questo discorso».

Si dice poi «molto soddisfatto» degli ascolti e convinto che al festival si potessero «fare anche tante altre cose. Ma nell'impianto era questo il festival che volevamo, la gradazione del racconto era questa fin dall'inizio. E trovo che questo festival abbia per sempre incorniciato Luciana. È stata un gigante: non è facile, giorno per giorno, produrre tanti spunti di racconto».

Il Festival di Sanremo 2013 «si è ripagato con la raccolta pubblicitaria grazie al magnifico lavoro della Sipra e un ringraziamento va anche agli investitori pubblicitari che hanno creduto in questo progetto»: così il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, in una nota in cui si complimenta anche con i conduttori, il direttore di Rai1 Leone e tutto il team della tv pubblica. Si è avverata dunque la speranza di viale Mazzini di incassare una cifra tale da coprire sia i costi di produzione di festival (quest'anno previsti in non più di 11 milioni di euro, contro i 12,5 del 2012) che la quota di 7 milioni che la Rai dà al comune di Sanremo per la convezione.

Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 23:53

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