Super telescopio made in Nordest:
sarà il più grande del mondo

Venerdì 5 Febbraio 2016 di Umberto Sarcinelli
Super telescopio made in Nordest: sarà il più grande del mondo
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Galileo Galilei osservata il cielo dal suo studio di Padova con una lente del diametri di 37 millimetri. Quattrocento anni dopo la Eie Group di Mestre costruirà un telescopio, il più grande del mondo, con uno specchio di 39 metri, diecimila volte più potente (solo tenendo conto dei diametri). Galilei appoggiava il suo cannocchiale a un supporto di legno, quasi un leggio. L’Eie deve appoggiare il suo strumento sul picco spianato di una montagna di 3000 metri nel deserto più inospitale della Terra, Atacama, in Cile, dove sono possibili terremoti di magnitudo 9 e venti che soffiano fino a 250 kmh, con una tolleranza di movimento del telescopio dell’ordine dei nano metri.

Basterebbe questo per dare la dimensione dell’importanza del lavoro che l’azienda mestrina si è aggiudicata nel costruire E-Elt (European Extremely Large Telescope) per l'organizzazione europea ESO (European Southern Observatory). Eie Gruoup, l’unica azienda che costruisce telescopi terrestri sia ottici che a radiofrequenze, si è consorziata per questo lavoro titanico con Astaldi e Cimolai di Pordenone dando vita al consorzio italiano ACe. Un’impresa titanica, non solo per le estreme difficoltà logistiche e tecnologie, ma anche per la concorrenza internazionale che il consorzio tutto italiano ha dovuto sbaragliare. «Abbiamo tenuto fuori competitor come Airbus - spiega Giampietro Marchiori, presidente e Ceo di Eie Group - Il colosso francese, con il quale abbiamo collaborato per sei mesi, ha lasciato il campo perché non poteva sostenere i rischi dell’impresa. Per noi è un successo epocale, è il coronamento di un processo iniziato 25 anni fa e che è destinato a progredire». La firma ufficiale della commessa avverrà a maggio e per questo motivo le dimensioni economiche dell’affare non sono state rese note, ma l’ordine di grandezza è quello del miliardo di euro. «Il progetto di massima l’abbiamo elaborato dal 2007 - continua Marchiori - assumendoci un rischio milionario, abbiamo fatto tutto in casa. Questo lavoro sarà un enorme orgoglio italiano. La progettazione, la tecnologia e il lavoro sono tutti italiani. Ce lo ha riconosciuto anche il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, visitando il sito di Atacama, dove ci sono gli altri grande telescopi che abbiamo realizzato». L’E-Elt è una sfida all’impossibile. L’Eso aveva fatto una richiesta per uno specchio (la "lente" del telescopio) di 100 metri, ma tecnologicamente in questo millennio non è ancora possibile realizzare, abbassando poi il parametro a 42 metri. Alla fine il massimo possibile con l’attuale, per quanto futuristica tecnologia, è stato un diametro di 39 metri, costituito da 800 celle esagonali inserite in un sistema mobile che consente di stabilizzare ogni movimento, compresa la gravità e il vento per mantenere la planarietà. L’opera più imponente è la struttura che contiene il telescopio, che utilizzerà le più avanzate tecniche antisismiche e riuscirà a stabilizzare anche la temperatura. L’escursione termica del deserto di Atacama arriva anche a 30 gradi e la tolleranza massima sulla differenza di temperatura tra l’apparecchiatura e l’esterno è di 0,5 gradi. I tempi di realizzazione sono stati previsti in 84 mesi, sette anni ai quali bisognerà aggiungere un paio d’anni per l’attivazione e la regolazione del telescopio. L’Eso conta di poter utilizzare questo telescopio che avrà una risoluzione 100 milioni più grande dell’occhio umano, riceverà 13 volte più luce di qualsiasi altro e avrà una nitidezza 16 volte superiore a Hubble (in orbita, quindi senza le interferenze atmosferiche) nel 2026. Ma allora, statene certi, le capacità e la tecnologia italiana rappresentata da Eie avrà progettato sfide ancora più titaniche.
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Ultimo aggiornamento: 6 Febbraio, 08:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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