In 300 sfilano contro la costruzione
del calcificio: «Si faccia referendum»

Mercoledì 19 Agosto 2015 di Vittorino Bernardi
Valdastico, il corteo del comitato No calcificio

VALDASTICO – Il comitato “No calcificio” contrario alla realizzazione di un calcificio presso la cava Marogna di contrada Sella da parte dell’azienda Fassa Bortolo di Spersiano ha rilanciato la sua offensiva dopo la riuscita marcia di protesta di sabato che ha visto la partecipazione di 300 persone, guardate a vista da carabinieri e agenti della polizia locale. Tanti i 300 partecipanti, considerata la popolazione del Comune che si attesta sulle 1.350 unità. Il comitato ora vuole esprimersi con il referendum popolare promesso dal sindaco Claudio Guglielmi e nei prossimi giorni si farà sentire per accelerare i tempi della consultazione popolare contro un calcificio ritenuto a forte impatto ambientale.

La sfilata di sabato sera 14 agosto con giovani, pensionati e famiglie con bambini, dalla piazza del municipio fino alla casa di riposo e ritorno, è stata colorata di striscioni, slogan e resa rumorosa da un tamburo. Per il comitato è stato un successo: si aspettava 150 persone, sono state il doppio in una serata di festa come quella della vigilia di ferragosto.

Il comitato si sente più forte dopo la sfilata in paese di sabato, il battage operato ha probabilmente fatto breccia nell’opinione pubblica, con dati che hanno destato l’attenzione. “A regime il calcificio prevede che siano prelevate giornalmente - spiega il comitato - 600 tonnellate di materiale dalla cava di Marogna per produrre 300 tonnellate di calce che forniranno sopratutto acciaierie e industrie farmaceutiche. È facile prevedere ogni giorno 20 camion a portare ghiaia per la lavorazione e 10 a uscire con la calce e sempre ogni giorno saranno necessarie 60 tonnellate di segatura pura, non trattata con agenti chimici, per il processo di combustione che avviene a 1.100 gradi centigradi all’interno del forno. Un unico silos conterrà le scorte di segatura e verrà costruito un unico camino per l’emissione dei fumi di combustione alto 37 metri. Con possibili pericoli sotto il piano idraulico e geologico. Inoltre per la pulitura dei sassi saranno utilizzate le acque meteoriche, raccolte in trincee drenanti riempite di ghiaione, e dopo l'uso l'acqua sarà chiarificata e riutilizzata, senza nessuno scarico idrico”.

Ultimo aggiornamento: 12:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA