Uccise il figlio, in aula scontro sulla volontarietà

Martedì 2 Dicembre 2014
Uccise il figlio, in aula scontro sulla volontarietà
Soffriva di una sindrome depressiva che lo ha portato agli eccessi alcolici. Ma non voleva uccidere il figlio. Sono questi, in sintesi, i due capisaldi su cui si fonda la difesa di Andrei Talpis, il muratore moldavo, 49 anni, accusato dell'omicidio del figlio Ion, 19 anni, accoltellato all'alba del 26 novembre 2013 nel loro appartamento di Remanzacco.
A enuclearli, nel corso dell'ultima udienza dell'abbreviato condizionato davanti al gup Emanuele Lazzaro, i due consulenti nominati dall'avvocato Roberto Mete, legale dell'imputato. Lo psichiatra Khalil Hijazi «ha delineato alcuni aspetti peculiari della vita dell'imputato, le sue difficoltà personali e sociali, i contrasti familiari nel corso degli anni, unitamente all'accertamento di una sindrome depressiva che, secondo il perito, ha determinato gli eccessi alcolici che, alla fine, sono stati decisivi per la consumazione dei fatti dedotti nel processo», sintetizza l'avvocato Mete. Il consulente medico-legale della difesa, Giulio Lorenzini, ha approfondito alcuni aspetti della dinamica dell'accoltellamento e ha concluso per «una tragica fatalità nell'ambito della zuffa ravvicinata, che ha visto protagonisti il Talpis con il figlio che aveva tentato di disarmarlo». Secondo la difesa gli esiti fatali sarebbero stati determinati da un solo colpo di coltello, «probabilmente avulsi da una vera e propria volontà omicida».
Secondo l'accusa, invece, sostenuta dal pm Elisa Calligaris, quella notte Talpis sarebbe rientrato a casa all'alba, intorno alle 4.30, ubriaco, e avrebbe avuto un alterco con la moglie, Elisaveta, 48 anni. Ion sarebbe intervenuto in difesa della madre. Avrebbe cercato di disarmare il padre, che aveva in pugno un lungo coltello da cucina, 23 centimetri, 12 di lama, rimanendo colpito da due fendenti, uno all'addome e uno, mortale, al cuore. A contestare in contraddittorio le conclusioni dei consulenti della difesa, sono stati gli esperti di parte civile e pubblico ministero. In particolare lo psichiatra nominato dai legali di Elisaveta, Corrado Barbagallo, avrebbe escluso la sussistenza di una sindrome depressiva. Il caso verrà discusso il 9 dicembre.(((viottoe)))