​Skateboard, il prefetto dice stop
Presidio fisso a passo Giau

Domenica 10 Agosto 2014 di Dario Fontanive
​Skateboard, il prefetto dice stop Presidio fisso a passo Giau
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BELLUNO - Basta alle scorrazzate con gli skateboard giù dal passo Giau. Basta a comportamenti che mettono a repentaglio l'incolumità di coloro che praticano questa goliardata, rischiando non solo la propria pelle, ma anche quella di altri che percorrono con tutt'altro spirito la strada in senso inverso.



A dire stop allo sconcertante fenomeno è lo stesso prefetto di Belluno Giacomo Barbato, che ha fatto pervenire un'ordinanza prefettizia a carabinieri e polizia, oltre che al sindaco di Colle Oscar Troi, per chiedere che il passo Giau venga presidiato e monitorato in maniera particolare dalle forze dell'ordine, tra cui anche la polizia locale, al fine di prevenire e far cessare l'insensata pratica. Il prefetto sottolinea che queste scorribande rischiano di sfociare in una vera e propria sciagura dai risvolti gravi, mentre da parte dei responsabili c'è il solo tornaconto di provare un po' di adrenalina. Messa a rischio è soprattutto la vita degli ignari automobilisti che, salendo dal verso opposto, si possono trovare davanti queste "frecce impazzite".



L'incosciente pratica già lo scorso anno era stata rilevata e contrastata dalle forze dell'ordine attraverso una fitta serie di multe e di sequestri delle tavolette.

Ma proprio qui sta l'inghippo, in quanto l'attuale legge non permette di elevare sanzioni consistenti, poiché queste tavolette sono equiparate a una bicicletta. Quindi al massimo la sanzione in cui incorrono quelli che praticano lo skateboard lungo le strade di montagna dovrebbe aggirarsi attorno ai venticinque euro. Poca roba che non serve certo come deterrente.



«In effetti - commenta il sindaco di Colle Oscar Troi - va bene l'ordinanza prefettizia per una maggior vigilanza del passo Giau, ma è necessario anche pensare a soluzioni per inasprire le sanzioni a coloro che praticano queste discese, altrimenti sarà difficile contenere il diffondersi di questa insana pratica che viene diffusa anche sui social network attraverso filmati».
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