Dalla Pellegrini al principe Carlo,
ecco il podio delle delusioni

Domenica 12 Agosto 2012
Federica Pellegrini

LONDRA - Sull'altra faccia delle medaglie c' il viso d'angelo di Federica Pellegrini. Ma anche i tratti da bravo ragazzo altoatesino di Alex Schwazer, che pure tecnicamente ai Giochi non ha proprio partecipato, e quelli ugualmente apollinei di Roger Federer, finalista ma ancora una volta perdente nel singolare. Il podio della delusione olimpica di Londra è affollato e trasversale.

Ci salgono gli azzurri del nuoto, con in testa la coppia Pellegrini-Magnini e l'eccezione Grimaldi, e quelli del ciclismo (senza eccezioni: da Seul non accadeva che le due ruote italiane non prendessero nemmeno una medaglia). Ma come escludere dalla galleria degli orrori londinesi le otto ragazze del badminton, squalificate perchè taroccavano le partite certo con scopi non benefici? E la nazionale di calcio brasiliana? Con tutte quelle star era stata definita squadra da sogno. Meglio squadra da sonno: una dormita collettiva dopo un minuto di gioco l'aveva già messa fuori partita dalla finale con il Messico. Per un ovvio discorso di parità, anche l'altra metà del pallone verdeoro ha fallito l'assalto al titolo, con la famosa Marta sempre più talentuosa, disperata e perdente.

C'è poi un versante tutto britannico nel pantheon della delusione olimpica a Londra: Mark Cavendish doveva spaccare il mondo, e non c'è riuscito. Phillips Idowu era il simbolo dei Giochi, non si è qualificato per la finale del triplo. Male anche il tuffatore Daley, superpubblicizzato e solo bronzo. Malissimo nella competizione tutta Windsor il Principe Carlo: messo fuori squadra dalla Regina (lei, invece, un figurone) a vantaggio di William, Kate e Harry, è finito in esilio ad arbitrare la gara di tiro alla fune agli Highlands Games, in Scozia.

Si consoli Carlo: anche alle Olimpiadi sono tanti i protagonisti annunciati derubricati a comprimari. Se la Manaudou trentesima non fa più notizia, è interessante l'analisi del medagliere personale di Lochte. Ha vinto sì due ori, ma si era candidato a erede di Phelps, rimane una pallida controfigura. Da seduta di analisi la Isinbayeva: la sua è proprio quel che si dice una paura di volare, infatti anche stavolta la primatista mondiale del salto con l'asta ha fallito l'obiettivo dell'oro ai Giochi. Tyson Gay quarto nei 100, Lolo Jones quarta nei 100 hs e l'etiope Kenesisa Bekele quarto nei 10000: più che medaglie di legno, facce di bronzo per le loro dichiarazioni agguerrite (prima della gara) e giustificative (dopo).

Sfortunato ma innegabilmente perdente l'ostacolista cinese Liu, che dopo l'infortunio di Pechino è inciampato in una barriera qui a Londra ed è finito fuori gara. Solo perdente la cavalla del candidato conservatore alla Casa Bianca, Mitt Romney. Si è rivelata nel dressage poco più di un ronzino, ironia della sorte simbolo degli avversari democratici. Romney invece le sue Olimpiadi le ha perse dichiarando Londra “inadeguata” ad ospitarle e guadagnandosi così, visto che l'ultima edizione disastrosa per organizzazione e valori trasmessi è stata quella americana di Atlanta, la faccia più antipatica delle medaglie: quella tosta.

Ultimo aggiornamento: 14 Agosto, 14:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA