Nuova disavventura giudiziaria per il dottor Paolo Rossaro, 62enne medico di base

Venerdì 21 Marzo 2014
Nuova disavventura giudiziaria per il dottor Paolo Rossaro, 62enne medico di base residente a Polverara con studio a Sant'Agostino di Albignasego, noto alle cronache per le sue terapie antichemio. Il giudice monocratico di Padova Beatrice Bergamasco l'ha condannato a due anni e mezzo di reclusione per calunnia. La stessa pena era stata richiesta dal pubblico ministero Federica Baccaglini.
Rossaro, difeso dagli avvocati Fabio Pinelli e Giovanni Caruso, era accusato di aver dichiarato il falso per aver ingiustamente attribuito un furto a un suo ex paziente, Cristian Trevisan, camionista residente a Poiana Maggiore, in provincia di Vicenza, deceduto a causa di un tumore il 24 dicembre 2007, all'età di trentacinque anni.
Pochi mesi prima di morire - era l'aprile 2007 - Trevisan aveva presentato la denuncia contro il medico.
Sosteneva che il dottor Rossaro gli avesse dato delle ricette in bianco che lui poteva compilare su sua prescrizione orale o telefonica. Avuta notizia della querela, il medico era andato dai carabinieri di Albignasego a denunciare il giovane malato di tumore di avergli rubato le ricette. Ma per gli inquirenti non c'è stato alcun furto. In udienza preliminare Rossaro aveva detto di aver perso il ricettario. Riteneva che gli fosse stato rubato ma in seguito l'aveva ritrovato. La moglie e la figlia del camionista, costituite parte civile con l'avvocato Claudio Todesco, hanno ottenuto un risarcimento danni per complessivi diecimila euro. Cristian Trevisan aveva abbandonato la chemioterapia e si era messo in cura con il dottor Rossaro che lo aveva illuso di curarlo dal tumore. Soltanto troppo tardi aveva capito di aver commesso un errore. Aveva pochi mesi di vita quando decise di denunciare il dottore. Per la morte di Trevisan e di un'altra paziente, Anna Maria Tosin, di Caldogno, deceduta il 13 ottobre 2006 a cinquant'anni per un carcinoma alla mammella, Paolo Rossaro è stato condannato in primo grado a tre anni di reclusione. Lunedì prossimo la Corte d'Appello di Venezia sarà chiamata a confermare o riformare quel verdetto.