Stacchio: «Prendo le gocce
per dormire, ma avrei voluto
soccorrere il bandito dopo gli spari»

Lunedì 16 Febbraio 2015 di Giorgio Zordan
Matteo Salvini con Graziano Stacchio e il figlio
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PONTE DI NANTO - «Il mio più grande rammarico? Non aver potuto aiutare quel ragazzo. Avrei voluto prestargli soccorso, invece con i suoi compagni è risalito sulla macchina. Probabilmente sarebbe stato sufficiente un laccio a fermare l’emorragia e tenerlo in vita».

Lo ha detto oggi Graziano Stacchio, il benzinaio che ha ucciso il rapinatore, dopo la visita del segretario della Lega Nord Matteo Salvini.

È cambiata la sua vita?

«Non posso negare che quanto accaduto abbia portato conseguenze nella sfera privata, quando vado a letto devo prendere delle gocce di tranquillante. Il sistema nervoso comunque tiene. Cerco di non pensarci».

La stazione di servizio continua ad essere presidiata da forze dell’ordine. Teme ritorsioni?

«No, davvero. Lui sparava a me io a lui. Ho agito per difendermi, non avrei mai sparato per uccidere. Lo sanno anche loro. Davvero mi dispiace di non aver potuto prestargli soccorso. C’è stata incoscienza, non dovevano ripartire in auto, dovevano lasciarlo lì oppure portarlo in un pronto soccorso, soprattutto non dovevano abbandonarlo. Bisognava fermare l’emorragia con un laccio, un’operazione che in passato ho già fatto ad un amico salvandogli la vita».

Per Graziano Stacchio quella di oggi è stata un’altra giornata sotto i riflettori. L’annunciata visita di Matteo Salvini ha riempito la sua stazione di servizio di telecamere, microfoni e taccuini. Lui, pacato e tranquillo come sempre, s’è comportato come sempre, rispondendo con cortesia alle domande dei giornalisti.

Assedio rotto dall’arrivo del segretario della Lega Nord. Con Salvini ha avuto un colloquio “privato” lontano dai microfoni durato pochi minuti.

«Cosa ci siamo detti? Niente di particolare – risponde una volta che l’attenzione dei media è tutta riservata al massimo esponente del Carroccio -, mi ha chiesto come stavo, soprattutto moralmente. Non abbiamo parlato certo di politica. Da parte mia l’ho invitato ad adoperarsi a trovare una soluzione per fermare questa escalation di violenza. Gli ho ricordato che ad un Paese servono principalmente tre cose: istruzione, sanità e sicurezza».

Matteo Salvini ha voluto salutare personalmente il benzinaio di Ponte di Nanto che il 3 febbraio fu protagonista di una sparatoria in cui venne ucciso uno dei malviventi che assaltarono una gioielleria. «Gli ho detto grazie – ha commentato il segretario della lega Nord - non per avere ucciso, perché la vita umana è sacrosanta, ma per averci messo la faccia e per aver avuto il coraggio che probabilmente molti altri non avrebbero avuto».

Il benzinaio-eroe nel pomeriggio partirà alla volta di Roma assieme al gioielliere Roberto Zancan per partecipare alla trasmissione televisiva Quinta Colonna.

Salvini, dopo l’incontro con Stacchio, è andato a far visita proprio al titolare della gioielleria che Stacchio ha difeso, dove ha potuto visionare il filmato della rapina.

«Vorrei farlo vedere ai buonisti - ha detto il segretario della Lega Nord – e mostrare loro il terrore di una ragazza che si è vista davanti un criminale con una maschera di gomma che tentava di infrangere la vetrina e un altro che avanzava con il kalashnikov. Sono rimasto impressionato». «Zancan - ha aggiunto - mi ha chiesto ciò che chiedono tutti: certezza della pena. Quel criminale non doveva essere in mezzo alla strada quella sera, ma in galera vista la fedina penale che aveva».

Ultimo aggiornamento: 16:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA